Gaudium et spes n. 49 e commento CCC
49. L'amore coniugale
Indissolubilmente fedele nella prospera e cattiva sorte
[n. 49f] Quest'amore, ratificato da un impegno mutuo e
soprattutto consacrato da un sacramento di Cristo, resta indissolubilmente
fedele nella prospera e cattiva sorte, sul piano del corpo e dello spirito; di
conseguenza esclude ogni adulterio e ogni divorzio. L'unità del matrimonio,
confermata dal Signore, appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità
personale che bisogna riconoscere sia all'uomo che alla donna nel mutuo e pieno
amore.
(CCC 1638) “Dalla valida celebrazione del
matrimonio sorge tra i coniugi un vincolo
di sua natura perpetuo ed esclusivo; inoltre nel matrimonio cristiano i
coniugi, per i compiti e la dignità del loro stato, vengono corroborati e come
consacrati da uno speciale sacramento”
[CIC canone 1134]. (CCC 1639) Il consenso, mediante il quale gli sposi si
donano e si ricevono mutuamente, è suggellato da Dio stesso [Mc 10,9]. Dalla
loro alleanza “nasce, anche davanti alla società, l'istituto [del matrimonio]
che ha stabilità per ordinamento divino” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48]. L'alleanza degli
sposi è integrata nell'alleanza di Dio con gli uomini: “L'autentico amore coniugale
è assunto nell'amore divino” [Gaudium et
spes, 48]. (CCC 1640) Il vincolo
matrimoniale è dunque stabilito da Dio stesso, così che il Matrimonio
concluso e consumato tra battezzati non può mai essere sciolto. Questo vincolo,
che risulta dall'atto umano libero degli sposi e dalla consumazione del
matrimonio, è una realtà ormai irrevocabile e dà origine ad un'alleanza
garantita dalla fedeltà di Dio. Non è in potere della Chiesa pronunciarsi
contro questa disposizione della sapienza divina [Cf. CIC canone 1141].