Gaudium et spes n. 49 e commento CCC
49. L'amore coniugale
Tener fede costantemente agli impegni di questa vocazione
[n. 49g1] Per tener fede costantemente agli impegni di
questa vocazione cristiana si richiede una virtù fuori del comune;
(CCC 1646) L'amore coniugale esige dagli sposi, per sua
stessa natura, una fedeltà inviolabile. E' questa la conseguenza del dono di se
stessi che gli sposi si fanno l'uno all'altro. L'amore vuole essere definitivo.
Non può essere “fino a nuovo ordine”. “Questa intima unione, in quanto mutua
donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà
dei coniugi e ne reclamano l'indissolubile unità” [Gaudium et spes, 48]. (CCC 1647) La motivazione più profonda si
trova nella fedeltà di Dio alla sua alleanza, di Cristo alla sua Chiesa. Dal
sacramento del Matrimonio gli sposi sono abilitati a rappresentare tale fedeltà
e a darne testimonianza. Dal sacramento, l'indissolubilità del Matrimonio
riceve un senso nuovo e più profondo. (CCC 1648) Può sembrare difficile,
persino impossibile, legarsi per tutta la vita a un essere umano. E' perciò
quanto mai necessario annunciare la buona novella che Dio ci ama di un amore
definitivo e irrevocabile, che gli sposi sono partecipi di questo amore, che egli
li conduce e li sostiene, e che attraverso la loro fedeltà possono essere i
testimoni dell'amore fedele di Dio. I coniugi che, con la grazia di Dio, danno
questa testimonianza, spesso in condizioni molto difficili, meritano la
gratitudine e il sostegno della comunità ecclesiale [Giovanni Paolo II, Esort.
ap. Familiaris consortio, 20].