Gaudium et spes n. 50 e commento CCC
50. La fecondità del matrimonio
Indissolubilità: matrimonio comunità e comunione di tutta la vita
[n. 50f] Il matrimonio tuttavia non è stato istituito
soltanto per la procreazione; il carattere stesso di alleanza indissolubile tra
persone e il bene dei figli esigono che anche il mutuo amore dei coniugi abbia
le sue giuste manifestazioni, si sviluppi e arrivi a maturità. E perciò anche
se la prole, molto spesso tanto vivamente desiderata, non c'è, il matrimonio
perdura come comunità e comunione di tutta la vita e conserva il suo valore e
la sua indissolubilità.
(CCC 1653) La fecondità dell'amore coniugale si estende ai
frutti della vita morale, spirituale e soprannaturale che i genitori
trasmettono ai loro figli attraverso l'educazione. I genitori sono i primi e
principali educatori dei loro figli [Conc. Ecum. Vat. II, Gravissimum educationis, 3]. In questo senso il compito
fondamentale del matrimonio e della famiglia è di essere al servizio della vita
[Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris
consortio, 28]. (CCC 1654) I coniugi ai quali Dio non ha concesso di avere
figli, possono nondimeno avere una vita coniugale piena di senso, umanamente e
cristianamente. Il loro matrimonio può risplendere di una fecondità di carità,
di accoglienza e di sacrificio.