Gaudium et spes n. 51 e commento CCC
51. Accordo dell'amore coniugale col rispetto della vita
La vita dell'uomo e il trasmetterla riguarda il destino eterno degli uomini
[n. 51e] Del resto, tutti sappiamo che la vita dell'uomo
e il compito di trasmetterla non sono limitati agli orizzonti di questo mondo e
non vi trovano né la loro piena dimensione, né il loro pieno senso, ma
riguardano il destino eterno degli uomini.
(CCC 2370) La continenza periodica, i metodi di regolazione
delle nascite basati sull'auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi
[Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae,
16] sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano
il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono
l'educazione ad una libertà autentica. Al contrario, è intrinsecamente cattiva
“ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o
nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come
mezzo, di impedire la procreazione” [Humanae
vitae, 14]. “Al linguaggio nativo che esprime la reciproca donazione totale
dei coniugi, la contraccezione impone un linguaggio oggettivamente
contraddittorio, quello cioè del non donarsi all'altro in totalità: ne deriva
non soltanto il positivo rifiuto all'apertura alla vita, ma anche una falsificazione
dell'interiore verità dell'amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità
personale. […] La differenza antropologica e al tempo stesso morale, che esiste
tra la contraccezione e il ricorso ai ritmi temporali […], coinvolge in ultima
analisi due concezioni della persona e della sessualità umana tra loro
irriducibili” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32]. (CCC 2371) “Sia chiaro a tutti che la
vita dell'uomo e il compito di trasmetterla non sono limitati solo a questo
tempo e non si possono commisurare e capire in questo mondo soltanto, ma
riguardano sempre il destino eterno degli
uomini” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium
et spes, 51].