Gaudium et spes n. 57 e commento CCC
57. Fede e cultura
Cultura: pericolo di bastare a se stessi e non cercare valori superiori
[n. 57e] Certo, l'odierno progresso delle scienze e della
tecnica, che in forza del loro metodo non possono penetrare nelle intime
ragioni delle cose, può favorire un certo fenomenismo e agnosticismo, quando il
metodo di investigazione di cui fanno uso queste scienze viene a torto
innalzato a norma suprema di ricerca della verità totale. Anzi, vi è il
pericolo che l'uomo, fidandosi troppo delle odierne scoperte, pensi di bastare
a se stesso e non cerchi più valori superiori.
(CCC 286) Indubbiamente, l'intelligenza umana può già
trovare una risposta al problema delle origini. Infatti, è possibile conoscere
con certezza l'esistenza di Dio Creatore attraverso le sue opere, grazie alla
luce della ragione umana [Concilio Vaticano I, Dei Filius, De Revelatione,
canone 1: DS 3026], anche se questa conoscenza spesso è offuscata e sfigurata
dall'errore. Per questo la fede viene a confermare e a far luce alla ragione
nella retta intelligenza di queste verità: “Per fede sappiamo che i mondi
furono formati dalla Parola di Dio, sì che da cose non visibili ha preso
origine ciò che si vede” (Eb 11,3). (CCC 287) La verità della creazione è tanto
importante per l'intera vita umana che Dio, nella sua tenerezza, ha voluto
rivelare al suo Popolo tutto ciò che è necessario conoscere al riguardo. Al di
là della conoscenza naturale che ogni uomo può avere del Creatore [At 17,24-29;
Rm 1,19-20], Dio ha progressivamente rivelato a Israele il mistero della
creazione. Egli, che ha scelto i patriarchi, che ha fatto uscire Israele
dall'Egitto, e che, eleggendo Israele, l'ha creato e formato [Is 43,1], si
rivela come colui al quale appartengono tutti i popoli della terra e l'intera
terra, come colui che, solo, “ha fatto cielo e terra” (Sal 115,15; 124,8;
134,3).