Gaudium et spes n. 57 e commento CCC
57. Fede e cultura
Cultura: preparazione a ricevere l'annunzio del Vangelo
[n. 57g] Tutti questi valori possono essere in qualche modo una preparazione a ricevere l'annunzio del Vangelo; preparazione che potrà essere portata a compimento dalla divina carità di colui che è venuto a salvare il mondo.
(CCC 295) Noi crediamo che il mondo è stato creato
da Dio secondo la sua sapienza [Sap 9,9]. Non è il prodotto di una qualsivoglia
necessità, di un destino cieco o del caso. Noi crediamo che il mondo trae
origine dalla libera volontà di Dio, il quale ha voluto far partecipare le
creature al suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà: “Tu hai creato
tutte le cose, e per la tua volontà furono create e sussistono” (Ap 4,11).
“Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza” (Sal
104,24). “Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte
le creature” (Sal 145,9). (CCC 293) È una verità fondamentale che la Scrittura
e la Tradizione costantemente insegnano e celebrano: “Il mondo è stato creato
per la gloria di Dio” [Concilio Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius: DS 3025]. Dio ha creato tutte le cose, spiega san
Bonaventura, “non […] propter gloriam augendam, sed propter gloriam
manifestandam et propter gloriam suam communicandam - non per accrescere la
propria gloria, ma per manifestarla e per comunicarla” [San Bonaventura, In secundum librum Sententiarum, 1, 2,
2, 1]. Infatti Dio non ha altro motivo per creare se non il suo amore e la sua
bontà: “Aperta manu clave amoris creaturae prodierunt - Aperta la mano dalla
chiave dell'amore, le creature vennero alla luce” [San Tommaso d'Aquino, Commentum in secundum librum Sententiarum,
Prologus]. E il Concilio Vaticano I spiega: “Nella sua bontà e con la sua
onnipotente virtù, non per aumentare la sua beatitudine, né per acquistare
perfezione, ma per manifestarla attraverso i beni che concede alle sue creature,
questo solo vero Dio ha, con la più libera delle decisioni, dall'inizio dei
tempi, creato dal nulla l'una e l'altra creatura, la spirituale e la corporale”
[Concilio Vaticano I: DS 3002].