Gaudium et spes n. 59 e commento CCC
59. Armonizzazione dei diversi aspetti della cultura
Cultura: giusta libertà, legittima possibilità di esercizio autonomo
[n. 59c] Infatti
la cultura, scaturendo direttamente dalla natura ragionevole e sociale
dell'uomo, ha un incessante bisogno della giusta libertà per svilupparsi e le
si deve riconoscere la legittima possibilità di esercizio autonomo secondo i
propri principi. A ragione dunque essa esige rispetto e gode di una certa
inviolabilità, salvi evidentemente i diritti della persona e della comunità,
sia particolare sia universale, entro i limiti del bene comune.
(CCC 1730) Dio ha creato l'uomo ragionevole conferendogli la
dignità di una persona dotata dell'iniziativa e della padronanza dei suoi atti.
“Dio volle, infatti, lasciare l'uomo "in balia del suo proprio
volere" (Sir 15,14) perché così esso cerchi spontaneamente il suo Creatore
e giunga liberamente, con l'adesione a lui, alla piena e beata perfezione”
[Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes,
17]: “L'uomo è dotato di ragione, e in questo è simile a Dio, creato libero nel
suo arbitrio e potere” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 4, 3: PG 7, 983]. (CCC 1731) La libertà è il
potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di
fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al
libero arbitrio ciascuno dispone di sé. La libertà è nell'uomo una forza di
crescita e di maturazione nella verità e nella bontà. La libertà raggiunge la
sua perfezione quando è ordinata a Dio, nostra beatitudine. (CCC 1732) Finché
non si è definitivamente fissata nel suo bene ultimo che è Dio, la libertà
implica la possibilità di scegliere tra
il bene e il male, e conseguentemente quella di avanzare nel cammino di
perfezione oppure di venir meno e di peccare. Essa contraddistingue gli atti
propriamente umani. Diventa sorgente di lode o di biasimo, di merito o di
demerito. (CCC 1733) Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non
c'è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della
disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del
peccato [Rm 6,17]. (CCC 1734) La libertà rende l'uomo responsabile dei suoi atti, nella misura in cui sono volontari. Il
progresso nella virtù, la conoscenza del bene e l'ascesi accrescono il dominio
della volontà sui propri atti. (CCC 1738) La libertà si esercita nei rapporti
tra gli esseri umani. Ogni persona umana, creata ad immagine di Dio, ha il
diritto naturale di essere riconosciuta come un essere libero e responsabile.
Tutti hanno verso ciascuno il dovere di questo rispetto. Il diritto all'esercizio della libertà è
un'esigenza inseparabile dalla dignità della persona umana, particolarmente in
campo morale e religioso [Conc. Ecum. Vat. II, Dignitatis humanae, 2]. Tale diritto deve essere civilmente
riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e dell'ordine pubblico [Dignitatis humanae, 7].