Gaudium et spes n. 59 e commento CCC
59. Armonizzazione dei diversi aspetti della cultura
Cercare la verità, manifestare le opinioni, coltivare ogni arte
[n. 59e] Tutto
questo esige pure che l'uomo, nel rispetto dell'ordine morale e della comune
utilità, possa liberamente cercare la verità, manifestare e diffondere le sue
opinioni, e coltivare qualsiasi arte; esige, infine, che sia informato secondo
verità degli eventi della vita pubblica (132).
(132) Cf. CONC. VAT. I, Cost. dogm. sulla fede
catt. Dei Filius, cap. IV: Dz 1795,
1799 (3015, 3019) [Collantes 1.080-84]. Cf. PIO XI, Encicl. Quadragesimo anno: AAS 23 (1931), p. 190
[in parte Dz 3725).
(CCC 1915) I cittadini, per quanto è possibile, devono
prendere parte attiva alla vita pubblica.
Le modalità di tale partecipazione possono variare da un paese all'altro, da
una cultura all'altra. “E' da lodarsi il modo di agire di quelle nazioni nelle
quali la maggioranza dei cittadini è fatta partecipe della gestione della cosa
pubblica in un clima di vera libertà” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 31]. (CCC 2441) Alla base di ogni sviluppo completo della società umana sta la crescita del senso di
Dio e della conoscenza di sé. Allora lo sviluppo moltiplica i beni materiali e
li mette al servizio della persona e della sua libertà. Riduce la miseria e lo
sfruttamento economico. Fa crescere il rispetto delle identità culturali e
l'apertura alla trascendenza [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 32; Id., Lett.
enc. Centesimus annus, 51]. (CCC 2442)
Non spetta ai Pastori della Chiesa intervenire direttamente nell'azione
politica e nell'organizzazione della vita sociale. Questo compito fa parte
della vocazione dei fedeli laici, i
quali operano di propria iniziativa insieme con i loro concittadini. L'azione
sociale può implicare una pluralità di vie concrete; comunque, avrà sempre come
fine il bene comune e sarà conforme al messaggio evangelico e all'insegnamento
della Chiesa. Compete ai fedeli laici “animare, con impegno cristiano, le
realtà temporali, e, in esse, mostrare di essere testimoni e operatori di pace
e di giustizia” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 47; 42].