Gaudium et spes n. 60 e commento CCC
60. Il riconoscimento del diritto di ciascuno alla cultura e sua attuazione
Sviluppo della vita culturale conforme a doti e tradizioni
[n. 60c] Occorre perciò fare ogni sforzo affinché quelli
che ne sono capaci possano accedere agli studi superiori; ma in tale maniera
che, per quanto è possibile, essi possano occuparsi nell'umana società di
quelle funzioni, compiti e servizi che corrispondono alle loro attitudini
naturali e alle competenze acquisite (134). Così ognuno e i gruppi sociali di
ciascun popolo potranno raggiungere il pieno sviluppo della loro vita
culturale, in conformità con le doti e tradizioni loro proprie.
(134) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl. Pacem in terris: AAS 55 (1963), pp.
283 [Dz 3989]; PIO XII, Messaggio
radiofon. Nell’alba e nella luce, 24 dic. 1941: AAS 34 (1942), pp. 16-17.
(CCC 2441) Alla base di
ogni sviluppo completo della società
umana sta la crescita del senso di Dio e della conoscenza di sé. Allora lo
sviluppo moltiplica i beni materiali e li mette al servizio della persona e
della sua libertà. Riduce la miseria e lo sfruttamento economico. Fa crescere
il rispetto delle identità culturali e l'apertura alla trascendenza [Giovanni
Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei
socialis, 32; Id., Lett. enc. Centesimus
annus, 51]. (CCC 2442) Non spetta ai Pastori della Chiesa intervenire
direttamente nell'azione politica e nell'organizzazione della vita sociale.
Questo compito fa parte della vocazione dei fedeli
laici, i quali operano di propria iniziativa insieme con i loro
concittadini. L'azione sociale può implicare una pluralità di vie concrete;
comunque, avrà sempre come fine il bene comune e sarà conforme al messaggio
evangelico e all'insegnamento della Chiesa. Compete ai fedeli laici “animare,
con impegno cristiano, le realtà temporali, e, in esse, mostrare di essere
testimoni e operatori di pace e di giustizia” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 47; 42].