62. Accordo fra cultura umana e insegnamento cristiano
Difficoltà: non sono necessariamente di danno alla fede
[n. 62b] Queste difficoltà non necessariamente sono di
danno alla fede; possono, anzi, stimolare lo spirito ad acquisirne una più
accurata e profonda intelligenza. Infatti gli studi recenti e le nuove scoperte
delle scienze, come pure quelle della storia e della filosofia, suscitano nuovi
problemi che comportano conseguenze anche per la vita pratica ed esigono nuove
indagini anche da parte dei teologi.
(CCC 159) Fede e scienza. “Anche se la fede è sopra la ragione, non vi potrà
mai essere vera divergenza tra fede e ragione: poiché lo stesso Dio che rivela
i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito umano il lume
della ragione, questo Dio non potrebbe negare se stesso, né il vero contraddire
il vero” [Concilio Vaticano I, Dei
Filius, c. 4: DS 3017]. “Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se
procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà
mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della
fede hanno origine dal medesimo Dio. Anzi, chi si sforza con umiltà e
perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza che egli se ne
avveda, viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in
esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 36]. (CCC 2293) La
ricerca scientifica di base e anche la ricerca applicata costituiscono
un’espressione significativa della signoria dell'uomo sulla creazione. La
scienza e la tecnica sono preziose risorse quando vengono messe al servizio
dell'uomo e ne promuovono lo sviluppo integrale a beneficio di tutti; non
possono tuttavia, da sole, indicare il senso dell'esistenza e del progresso
umano. La scienza e la tecnica sono ordinate all'uomo, dal quale traggono
origine e sviluppo; esse, quindi, trovano nella persona e nei suoi valori
morali l'indicazione del loro fine e la coscienza dei loro limiti.