Gaudium et spes n. 62 e commento CCC



 62. Accordo fra cultura umana e insegnamento cristiano

Gli artisti si sentano compresi dalla Chiesa nella loro attività

[n. 62e] Bisogna perciò impegnarsi affinché gli artisti si sentano compresi dalla Chiesa nella loro attività e, godendo di un'ordinata libertà, stabiliscano più facili rapporti con la comunità cristiana. Siano riconosciute dalla Chiesa le nuove tendenze artistiche adatte ai nostri tempi secondo l'indole delle diverse nazioni e regioni. Siano ammesse negli edifici del culto, quando, con modi d'espressione adatti e conformi alle esigenze liturgiche, innalzano lo spirito a Dio (136).

(136) Cf. GIOVANNI XXIII, Discorso tenuto all’inizio del Concilio l’11 ott. 1962: AAS 54 (1962), p. 792 [pag. 1103].

(CCC 2502) L'arte sacra è vera e bella quando, nella sua forma, corrisponde alla vocazione che le è propria: evocare e glorificare, nella fede e nella adorazione, il Mistero trascendente di Dio, Bellezza eccelsa di Verità e di Amore, apparsa in Cristo “irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” (Eb 1,3), nel quale “abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9), bellezza spirituale riflessa nella Santissima Vergine Madre di Dio, negli Angeli e nei Santi. L'autentica arte sacra conduce l'uomo all'adorazione, alla preghiera e all'amore di Dio Creatore e Salvatore, Santo e Santificatore. (CCC 2503) Per questo i vescovi, personalmente o per mezzo di delegati, devono prendersi cura di promuovere l'arte sacra, antica e moderna, in tutte le sue forme, e di tenere lontano con il medesimo zelo, dalla Liturgia e dagli edifici del culto, tutto ciò che non è conforme alla verità della fede e all'autentica bellezza dell'arte sacra [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 122-127].   

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