Gaudium et spes n. 62 e commento CCC
62. Accordo fra cultura umana e insegnamento cristiano
Scienze teologiche e altre scienze: mettere in comune forze e opinioni
[n. 62h] Coloro
che si applicano alle scienze teologiche nei seminari e nelle università si
studino di collaborare con gli uomini che eccellono nelle altre scienze,
mettendo in comune le loro forze e opinioni. La ricerca teologica, mentre
persegue la conoscenza profonda della verità rivelata, non trascuri il contatto
con il proprio tempo, per poter aiutare gli uomini competenti nelle varie
branche del sapere ad acquistare una più piena conoscenza della fede.
(CCC 2038) Nell'opera di insegnamento e di applicazione
della morale cristiana, la Chiesa ha bisogno della dedizione dei Pastori, della
scienza dei teologi, del contributo di tutti i cristiani e degli uomini di
buona volontà. Attraverso la fede e la pratica del Vangelo i singoli fanno
un'esperienza della “vita in Cristo”, che li illumina e li rende capaci di
discernere le realtà divine e umane secondo lo Spirito di Dio [1Cor 2,10-15].
Così lo Spirito Santo può servirsi dei più umili per illuminare i sapienti e i
più eminenti in dignità. (CCC 131) “Nella Parola di
Dio è insita tanta efficacia e potenza da essere sostegno e vigore della
Chiesa, e per i figli della Chiesa saldezza della fede, cibo dell'anima,
sorgente pura e perenne della vita spirituale” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 21]. “È necessario che i
fedeli abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura” [Dei Verbum, 22]. (CCC 132) “Lo
studio della Sacra Scrittura sia dunque come l'anima della sacra teologia.
Anche il ministero della Parola, cioè la predicazione pastorale, la catechesi e
tutta l'istruzione cristiana, nella quale l'omelia liturgica deve avere un
posto privilegiato, si nutre con profitto e santamente vigoreggia con la parola
della Scrittura” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei
Verbum, 24]. (CCC 133) La Chiesa “esorta
con forza e insistenza tutti i fedeli” [...] ad apprendere "la sublime
scienza di Gesù Cristo" (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine
Scritture. "L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di
Cristo" [Conc. Ecum. Vat. II, Dei
Verbum, 25; cf. San Girolamo, Commentarii in Isaiam, Prologus: PL, 24,
17].