Gaudium et spes n. 63 e commento CDS
63. La vita economica e alcuni aspetti caratteristici contemporanei
È necessario un mutamento di mentalità e di abitudini di vita
[n. 63g] Gli uomini del nostro tempo reagiscono con
coscienza sempre più sensibile di fronte a tali disparità: essi sono
profondamente convinti che le più ampie possibilità tecniche ed economiche,
proprie del mondo contemporaneo, potrebbero e dovrebbero correggere questo
funesto stato di cose. Ma per questo si richiedono molte riforme nelle
strutture della vita economico-sociale; è necessario anche da parte di tutti un
mutamento di mentalità e di abitudini di vita.
(CDS 171) Tra le
molteplici implicazioni del bene comune, immediato rilievo assume il principio
della destinazione universale dei beni: «Dio ha destinato la terra con
tutto quello che in essa è contenuto all'uso di tutti gli uomini e popoli,
sicché i beni creati devono pervenire a tutti con equo criterio, avendo per
guida la giustizia e per compagna la carità» (Concilio Vaticano II, Cost. past.
Gaudium et spes, 69: AAS 58 (1966)
1090). Tale principio si basa sul fatto che «la prima origine di tutto ciò che
è bene è l'atto stesso di Dio che ha creato la terra e l'uomo, ed all'uomo ha
dato la terra perché la domini col suo lavoro e ne goda i frutti (cfr. Gen
1,28-29). Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti
tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno. È qui la radice dell'universale destinazione dei
beni della terra. Questa, in ragione della sua stessa fecondità e capacità
di soddisfare i bisogni dell'uomo, è il primo dono di Dio per il sostentamento
della vita umana» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 31: AAS 83 (1991) 831). La persona, infatti, non
può fare a meno dei beni materiali che rispondono ai suoi bisogni primari e
costituiscono le condizioni basilari per la sua esistenza; questi beni le sono
assolutamente indispensabili per alimentarsi e crescere, per comunicare, per
associarsi e per poter conseguire le più alte finalità cui è chiamata (Cfr. Pio
XII, Radiomessaggio per il 50º
anniversario dell'enciclica «Rerum novarum»: AAS 33 (1941) 199-200).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)