Gaudium et spes n. 63 e commento CDS
63. La vita economica e alcuni aspetti caratteristici contemporanei
Nella luce del Vangelo principi di giustizia e di equità
[n. 63h] In vista di ciò la Chiesa, lungo lo svolgersi
della storia, ha formulato nella luce del Vangelo e, soprattutto in questi
ultimi tempi, ha largamente insegnato i principi di giustizia e di equità
richiesti dalla retta ragione umana e validi sia per la vita individuale o sociale
che per la vita internazionale. Il sacro Concilio, tenuto conto delle
caratteristiche del tempo presente, intende riconfermare tali principi e
formulare alcuni orientamenti, con particolare riguardo alle esigenze dello
sviluppo economico (139).
(139) Cf. CONC. VAT. II, Cost. dogm. sulla
Chiesa Lumen Gentium, cap. IV, n. 37: AAS 57 (1965), pp. 42-43 [pag.
207ss].
(CDS 184) L'amore della Chiesa per i poveri si ispira al Vangelo delle
beatitudini, alla povertà di Gesù e alla Sua attenzione per i poveri. Tale
amore riguarda la povertà materiale e anche le numerose forme di povertà
culturale e religiosa (Cfr. Catechismo
della Chiesa Cattolica, 2444). La Chiesa, «fin dalle origini, malgrado
l'infedeltà di molti dei suoi membri, non ha cessato di impegnarsi a sollevarli,
a difenderli e a liberarli. Ciò ha fatto con innumerevoli opere di beneficenza,
che rimangono sempre e dappertutto indispensabili» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2448). Ispirata al precetto
evangelico: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8), la
Chiesa insegna a soccorrere il prossimo nelle sue varie necessità e profonde
nella comunità umana innumerevoli opere
di misericordia corporali e spirituali: «Tra queste opere, fare l'elemosina
ai poveri è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure
una pratica di giustizia che piace a Dio» (Catechismo
della Chiesa Cattolica, 2447), anche se la pratica della carità non si
riduce all'elemosina, ma implica l'attenzione alla dimensione sociale e
politica del problema della povertà. Sul rapporto tra carità e giustizia
ritorna costantemente l'insegnamento della Chiesa: «Quando doniamo ai poveri le
cose indispensabili, non facciamo loro delle elargizioni personali, ma rendiamo
loro ciò che è loro. Più che compiere un atto di carità, adempiamo un dovere di
giustizia» (San Gregorio Magno, Regula
pastoralis, 3, 21: PL 77, 87: «Nam cum quaelibet necessaria indigentibus
ministramus, sua illis reddimus, non nostra largimur; iustitiae potius debitum
soluimus, quam misericordiae opera implemus»). I Padri Conciliari raccomandano
fortemente che si compia tale dovere «perché non si offra come dono di carità
ciò che è già dovuto a titolo di giustizia» (Concilio Vaticano II, Decr. Apostolicam actuositatem, 8: AAS 58
(1966) 845; cfr. Catechismo della Chiesa
Cattolica, 2446). L'amore per i poveri è certamente «inconciliabile con lo
smodato amore per le ricchezze o con il loro uso egoistico» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2445)
(cfr. Gc 5,1-6).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)