Gaudium et spes n. 64 e commento CCC



64. Lo sviluppo economico a servizio dell'uomo

Fine ultimo: servizio dell'uomo integralmente considerato

[n. 64b] Ma il fine ultimo e fondamentale di tale sviluppo non consiste nel solo aumento dei beni prodotti, né nella sola ricerca del profitto o del predominio economico, bensì nel servizio dell'uomo: dell'uomo integralmente considerato, tenendo cioè conto della gerarchia dei suoi bisogni materiali e delle esigenze della sua vita intellettuale, morale, spirituale e religiosa; di ogni uomo, diciamo, e di ogni gruppo umano, di qualsiasi razza o continente. Pertanto l'attività economica deve essere condotta secondo le leggi e i metodi propri dell'economia, ma nell'ambito dell'ordine morale (141), in modo che così risponda al disegno di Dio sull'uomo (142).

(141) Cf. PIO XI, Encicl. Quadragesimo anno: AAS 23 (1931), p. 190ss [in parte Dz 3725ss]; PIO XII, Messaggio, La famiglia è la culla, 23 marzo 1952: AAS 44 (1952), p. 276ss; GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater et Magistra: AAS 53 (1961), p. 450; CONC. VAT. II, Decreto sugli strum. di comunic. sociale, Inter Mirifica,  cap. I, n. 6: AAS 56 (1964), p. 147 [pag. 99].  (142) Cf. Mt 16,26; Lc 16,1-31; Col 3,17.

(CCC 2451) Il settimo comandamento prescrive la pratica della giustizia e della carità nella gestione dei beni terreni e dei frutti del lavoro umano. (CCC 2452) I beni della creazione sono destinati all'intero genere umano. Il diritto alla proprietà privata non abolisce la destinazione universale dei beni. (CCC 2456) Il dominio accordato dal Creatore all'uomo sulle risorse minerali, vegetali e animali dell'universo, non può essere disgiunto dal rispetto degli obblighi morali, compresi quelli che riguardano le generazioni future.

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