Gaudium et spes n. 67 e commento CCC
67. Lavoro, condizione di lavoro e tempo libero
Il lavoro associa l'uomo all'opera redentiva di Cristo
[n. 67c] Ancor
più: sappiamo per fede che l'uomo, offrendo a Dio il proprio lavoro, si associa
all'opera stessa redentiva di Cristo, il quale ha conferito al lavoro una
elevatissima dignità, lavorando con le proprie mani a Nazareth. Di qui
discendono, per ciascun uomo, il dovere di lavorare fedelmente, come pure il
diritto al lavoro.
(CCC 1907) In primo luogo, esso suppone il rispetto della persona in quanto tale.
In nome del bene comune, i pubblici poteri sono tenuti a rispettare i diritti
fondamentali ed inalienabili della persona umana. La società ha il dovere di
permettere a ciascuno dei suoi membri di realizzare la propria vocazione. In
particolare, il bene comune consiste nelle condizioni d'esercizio delle libertà
naturali che sono indispensabili al pieno sviluppo della vocazione umana: tali
il diritto “alla possibilità di agire secondo il retto dettato della propria
coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in
campo religioso” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium
et spes, 26]. (CCC 1929) La giustizia sociale non si può ottenere se non
nel rispetto della dignità trascendente dell'uomo. La persona rappresenta il
fine ultimo della società, la quale è ad essa ordinata: “La difesa e la
promozione della dignità della persona umana ci sono state affidate dal
Creatore; di essa sono rigorosamente e responsabilmente debitori gli uomini e
le donne in ogni congiuntura della storia” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 47]. (CCC 1930)
Il rispetto della persona umana implica il rispetto dei diritti che
scaturiscono dalla sua dignità di creatura. Questi diritti sono anteriori alla
società e ad essa si impongono. Essi sono il fondamento della legittimità
morale di ogni autorità: una società che li irrida o rifiuti di riconoscerli
nella propria legislazione positiva, mina la propria legittimità morale
[Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in
terris, 61]. Se manca tale rispetto, un'autorità non può che appoggiarsi
sulla forza o sulla violenza per ottenere l'obbedienza dei propri sudditi. E'
compito della Chiesa richiamare alla memoria degli uomini di buona volontà
questi diritti e distinguerli dalle rivendicazioni abusive o false.