Gaudium et spes n. 70 e commento CDS



70. Investimenti e moneta 

 Si provveda ai beni necessari per una vita decorosa

[n. 70b] da una parte di vigilare affinché si provveda ai beni necessari richiesti per una vita decorosa sia dei singoli che di tutta la comunità; d'altra parte di prevedere le situazioni future e di assicurare il giusto equilibrio tra i bisogni attuali di consumo, sia individuale che collettivo, e le esigenze di investimenti per la generazione successiva.
(CDS 340) La dottrina sociale riconosce la giusta funzione del profitto, come primo indicatore del buon andamento dell'azienda: «quando un'azienda produce profitto, ciò significa che i fattori produttivi sono stati adeguatamente impiegati» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 35: AAS 83 (1991) 837). Ciò non offusca la consapevolezza del fatto che non sempre il profitto segnala che l'azienda stia servendo adeguatamente la società (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2424). È possibile, ad esempio, «che i conti economici siano in ordine ed insieme che gli uomini, che costituiscono il patrimonio più prezioso dell'azienda, siano umiliati e offesi nella loro dignità» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 35: AAS 83 (1991) 837). È quanto avviene quando l'impresa è inserita in sistemi socio-culturali improntati allo sfruttamento delle persone, inclini a sfuggire agli obblighi di giustizia sociale e a violare i diritti dei lavoratori. È indispensabile che, all'interno dell'impresa, il legittimo perseguimento del profitto si armonizzi con l'irrinunciabile tutela della dignità delle persone che a vario titolo operano nella stessa impresa. Le due esigenze non sono affatto in contrasto l'una con l'altra, dal momento che, da una parte, non sarebbe realistico pensare di garantire il futuro dell'impresa senza la produzione di beni e servizi e senza conseguire profitti che siano il frutto dell'attività economica svolta; d'altra parte, consentendo alla persona che lavora di crescere, si favorisce una maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso. L'impresa deve essere una comunità solidale (Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 43: AAS 83 (1991) 846-848) non chiusa negli interessi corporativi, tendere ad un'«ecologia sociale» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 38: AAS 83 (1991) 841) del lavoro, e contribuire al bene comune anche mediante la salvaguardia dell'ambiente naturale.     
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)

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