Gaudium et spes n. 71 e commento CDS
71. Accesso alla proprietà e dominio privato dei beni; problemi dei latifondi
Proprietà dei beni materiali e anche immateriali come le capacità professionali
[n. 71c] Le forme
di tale potere o di tale proprietà sono oggi varie e vanno modificandosi sempre
di più di giorno in giorno. Nonostante i fondi sociali, i diritti e i servizi
garantiti dalla società, le forme di tale potere o di tale proprietà restano
tuttavia una fonte non trascurabile di sicurezza. Tutto ciò non va riferito
soltanto alla proprietà dei beni materiali, ma altresì dei beni immateriali,
come sono ad esempio le capacità professionali.
(CDS 178) L'insegnamento sociale della Chiesa esorta a
riconoscere la funzione sociale di qualsiasi forma di possesso privato (Cfr.
Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 (1961) 430-431; Giovanni
Paolo II, Discorso alla Terza Conferenza Generale dell'Episcopato
Latino-Americano, Puebla (28 gennaio 1979), III/4: AAS 71 (1979) 199-201), con
il chiaro riferimento alle esigenze imprescindibili del bene comune (Cfr. Pio
XI, Lett. enc. Quadragesimo anno: AAS 23 (1931) 191-192. 193-194. 196-197).
L'uomo «deve considerare le cose esteriori che legittimamente possiede non
unicamente come sue proprie, ma anche come comuni, nel senso che possono essere
utili non solo a lui ma anche agli altri» (Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium
et spes, 69: AAS 58 (1966) 1090). La destinazione universale dei beni comporta
dei vincoli sul loro uso da parte dei legittimi proprietari. La singola persona
non può operare a prescindere dagli effetti dell'uso delle proprie risorse, ma
deve agire in modo da perseguire, oltre che il vantaggio personale e familiare,
anche il bene comune. Ne consegue il dovere da parte dei proprietari di non
tenere inoperosi i beni posseduti e di destinarli all'attività produttiva,
anche affidandoli a chi ha desiderio e capacità di avviarli a produzione.
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)