Gaudium et spes n. 74 e commento CDS
74. Natura e fine della comunità politica
[n. 74c] Ma nella comunità politica si riuniscono insieme
uomini numerosi e differenti, che legittimamente possono indirizzarsi verso
decisioni diverse. Affinché la comunità politica non venga rovinata dal
divergere di ciascuno verso la propria opinione, è necessaria un'autorità
capace di dirigere le energie di tutti i cittadini verso il bene comune, non in
forma meccanica o dispotica, ma prima di tutto come forza morale che si
appoggia sulla libertà e sul senso di responsabilità.
(CDS 383) La Chiesa annuncia che Cristo, vincitore della morte, regna
sull'universo che Egli stesso ha riscattato. Il Suo regno si estende anche nel
tempo presente e finirà soltanto quando tutto sarà consegnato al Padre e la
storia umana si compirà con il giudizio finale (cfr. 1 Cor 15,20-28).
Cristo svela all'autorità umana, sempre tentata dal dominio, il suo significato
autentico e compiuto di servizio. Dio è Padre unico e Cristo unico maestro per
tutti gli uomini, che sono fratelli. La sovranità appartiene a Dio. Il Signore,
tuttavia, «non ha voluto riservare solo a sé l'esercizio di tutti i poteri. Egli
assegna ad ogni creatura le funzioni che essa è in grado di esercitare, secondo
le capacità proprie della sua natura. Questo modo di governare deve essere
imitato nella vita sociale. Il comportamento di Dio nel governo del mondo, che
testimonia un profondissimo rispetto per la libertà umana, dovrebbe ispirare la
saggezza di coloro che governano le comunità umane. Costoro devono comportarsi
come ministri della provvidenza divina» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1884). Il messaggio biblico ispira
incessantemente il pensiero cristiano sul potere politico, ricordando che esso
scaturisce da Dio ed è parte integrante dell'ordine da Lui creato. Tale ordine
è percepito dalle coscienze e si realizza, nella vita sociale, mediante la
verità, la giustizia, la libertà e la solidarietà che procurano la pace (Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 266-267.
281-291. 301-302; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 39: AAS 80 (1988) 566-568).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)