Gaudium et spes n. 74 e commento CDS
74. Natura e fine della comunità politica
[n. 74d] È dunque evidente che la comunità politica e
l'autorità pubblica hanno il loro fondamento nella natura umana e perciò
appartengono all'ordine fissato da Dio, anche se la determinazione dei regimi
politici e la designazione dei governanti sono lasciate alla libera decisione
dei cittadini (158). Ne segue parimenti che l'esercizio dell'autorità politica,
sia da parte della comunità come tale, sia da parte degli organismi che
rappresentano lo Stato, deve sempre svolgersi nell'ambito dell'ordine morale,
per il conseguimento del bene comune (ma concepito in forma dinamica), secondo
le norme di un ordine giuridico già definito o da definire. Allora i cittadini
sono obbligati in coscienza ad obbedire (159). Da ciò risulta chiaramente la
responsabilità, la dignità e 1 importanza del ruolo di coloro che governano.
Note: (158)
Cf. Rm 13,1-5. (159) Cf. Rm 13,5.
(CDS 381) La preghiera per i governanti, raccomandata da san Paolo durante le
persecuzioni, indica esplicitamente ciò che l'autorità politica deve garantire:
una vita calma e tranquilla, da trascorrere con tutta pietà e dignità (cfr.
1 Tm 2,1-2). I cristiani devono «essere pronti per ogni opera buona» (Tt 3,1),
«mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini» (Tt 3,2), consapevoli di
essere stati salvati non per le loro opere, ma per la misericordia di Dio.
Senza «un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo,
effuso [da Dio] su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore
nostro» (Tt 3,5-6), tutti gli uomini sono «insensati, disobbedienti, traviati,
schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, [vivono] nella malvagità e
nell'invidia, degni di odio e [odiandosi] a vicenda» (Tt 3,3). Non si deve
dimenticare la miseria della condizione umana, segnata dal peccato e riscattata
dall'amore di Dio. (CDS 382) Quando il
potere umano esce dai limiti dell'ordine voluto da Dio, si autodivinizza e
chiede l'assoluta sottomissione; diventa allora la Bestia dell'Apocalisse,
immagine del potere imperiale persecutore, ebbro «del sangue dei santi e
del sangue dei martiri di Gesù» (Ap 17,6). La Bestia ha al suo servizio il
«falso profeta» (Ap 19,20), che spinge gli uomini ad adorarla con portenti che
seducono. Questa visione addita profeticamente tutte le insidie usate da Satana
per governare gli uomini, insinuandosi nel loro spirito con la menzogna. Ma
Cristo è l'Agnello Vincitore di ogni potere che si assolutizza, nel corso della
storia umana. Di fronte a tale potere, san Giovanni raccomanda la resistenza
dei martiri: in questo modo i credenti testimoniano che il potere corrotto e
satanico è vinto, perché non ha più nessun ascendente su di loro.
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)