Gaudium et spes n. 75 e commento CDS
75. Collaborazione di tutti alla vita pubblica
[n. 75b] La Chiesa stima degna di lode e di
considerazione l'opera di coloro che, per servire gli uomini, si dedicano al
bene della cosa pubblica e assumono il peso delle relative responsabilità.
Affinché la collaborazione di cittadini responsabili possa ottenere felici
risultati nella vita politica quotidiana, si richiede un ordinamento giuridico
positivo, che organizzi una opportuna ripartizione delle funzioni e degli
organi del potere, insieme ad una protezione efficace dei diritti, indipendente
da chiunque.
(CDS 410) Coloro che
hanno responsabilità politiche non devono dimenticare o sottovalutare la
dimensione morale della rappresentanza, che consiste nell'impegno di
condividere le sorti del popolo e nel cercare la soluzione dei problemi
sociali. In questa prospettiva, autorità responsabile significa anche autorità
esercitata mediante il ricorso alle virtù che favoriscono la pratica del potere con spirito di servizio (Cfr. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 42: AAS 81 (1989)
472-476) (pazienza, modestia, moderazione, carità, sforzo di
condivisione); un'autorità esercitata da persone in grado di assumere
autenticamente come finalità del proprio operare il bene comune e non il
prestigio o l'acquisizione di vantaggi personali. (CDS 412) La pubblica amministrazione, a qualsiasi
livello — nazionale, regionale, comunale —, quale strumento dello Stato, ha
come finalità quella di servire i cittadini: «Posto al servizio dei
cittadini, lo Stato è il gestore del bene del popolo, che deve amministrare in
vista del bene comune» (Giovanni Paolo
II, Messaggio per la Giornata Mondiale
della Pace 1998, 5: AAS 90 (1998) 152). Contrasta con questa
prospettiva l'eccesso di
burocratizzazione, che si verifica quando «le istituzioni, diventando
complesse nell'organizzazione e pretendendo di gestire ogni spazio disponibile,
finiscono per essere rovinate dal funzionalismo impersonale, dall'esagerata
burocrazia, dagli ingiusti interessi privati, dal disimpegno facile e
generalizzato» (Giovanni Paolo II, Esort.
ap. Christifideles laici, 41: AAS 81
(1989) 471-472). Il ruolo di chi lavora nella pubblica amministrazione
non va concepito come qualcosa di impersonale e di burocratico, bensì come un
aiuto premuroso per i cittadini, esercitato con spirito di servizio.
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)