Gaudium et spes n. 75 e commento CDS
75. Collaborazione di tutti alla vita pubblica
[n. 75f] Ai tempi nostri, la complessità dei problemi
obbliga i pubblici poteri ad intervenire più frequentemente in materia sociale,
economica e culturale, per determinare le condizioni più favorevoli che
permettano ai cittadini e ai gruppi di perseguire più efficacemente, nella
libertà, il bene completo dell'uomo. Il rapporto tra la socializzazione (162)
l'autonomia e lo sviluppo della persona può essere concepito in modo differente
nelle diverse regioni del mondo e in base alla evoluzione dei popoli.
Note: (162)
Cf. GIOVANNI XXIII, Lett. Encicl. Mater
et Magistra: AAS 53 (1961), pp. 415-418.
(CDS 412) La pubblica
amministrazione, a qualsiasi livello — nazionale, regionale, comunale —, quale
strumento dello Stato, ha come finalità quella di servire i cittadini: «Posto
al servizio dei cittadini, lo Stato è il gestore del bene del popolo, che deve
amministrare in vista del bene comune» (Giovanni
Paolo II, Messaggio per la Giornata
Mondiale della Pace 1998, 5: AAS 90 (1998) 152). Contrasta con
questa prospettiva l'eccesso di
burocratizzazione, che si verifica quando «le istituzioni, diventando
complesse nell'organizzazione e pretendendo di gestire ogni spazio disponibile,
finiscono per essere rovinate dal funzionalismo impersonale, dall'esagerata
burocrazia, dagli ingiusti interessi privati, dal disimpegno facile e
generalizzato» (Giovanni Paolo II, Esort.
ap. Christifideles laici, 41: AAS 81
(1989) 471-472). Il ruolo di chi lavora nella pubblica amministrazione
non va concepito come qualcosa di impersonale e di burocratico, bensì come un
aiuto premuroso per i cittadini, esercitato con spirito di servizio.
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)