Gaudium et spes n. 76 e commento CCC
76. La comunità politica e la Chiesa
[n. 76f] Gli apostoli e i loro successori con i propri
collaboratori, essendo inviati ad annunziare agli uomini il Cristo Salvatore
del mondo, nell'esercizio del loro apostolato si appoggiano sulla potenza di
Dio, che molto spesso manifesta la forza del Vangelo nella debolezza dei
testimoni. Bisogna che tutti quelli che si dedicano al ministero della parola
di Dio, utilizzino le vie e i mezzi propri del Vangelo, i quali differiscono in
molti punti dai mezzi propri della città terrestre.
(CCC 873)
Le differenze stesse che il Signore ha voluto stabilire fra le membra del suo
Corpo sono in funzione della sua unità e della sua missione. Infatti “c'è nella
Chiesa diversità di ministeri, ma unità di missione. Gli Apostoli e i loro
successori hanno avuto da Cristo l'ufficio di insegnare, santificare, reggere
in suo nome e con la sua autorità. Ma i laici, resi partecipi dell'ufficio
sacerdotale, profetico e regale di Cristo, nella missione di tutto il popolo di
Dio assolvono compiti propri nella Chiesa e nel mondo” [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 2]. Infine dai
ministri sacri e dai laici “provengono fedeli i quali, con la professione dei
consigli evangelici […], in modo speciale sono consacrati a Dio e danno
incremento alla missione salvifica della Chiesa” [CIC canone 207, § 2]. (CCC 863) Tutta la Chiesa è apostolica in quanto rimane in
comunione di fede e di vita con la sua origine attraverso i successori di san
Pietro e degli Apostoli. Tutta la Chiesa è apostolica, in quanto è “inviata” in
tutto il mondo; tutti i membri della Chiesa, sia pure in modi diversi,
partecipano a questa missione. “La vocazione cristiana infatti è per sua natura
anche vocazione all'apostolato”. Si chiama “apostolato” “tutta l'attività del
Corpo mistico” ordinata alla “diffusione del regno di Cristo su tutta la terra”
[Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam
actuositatem, 2].
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)