Gaudium et spes n. 78 e commento CDS



78. La natura della pace

[n. 78e]  Pertanto tutti i cristiani sono chiamati con insistenza a praticare la verità nell'amore (Ef 4,15) e ad unirsi a tutti gli uomini sinceramente amanti della pace per implorarla dal cielo e per attuarla.
(CDS 495) La pace si costruisce giorno per giorno nella ricerca dell'ordine voluto da Dio (Cfr. Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 76: AAS 59 (1967) 294-295.) e può fiorire solo quando tutti riconoscono le proprie responsabilità nella sua promozione (Cfr. Paolo VI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1974: AAS 65 (1973) 672). Per prevenire conflitti e violenze, è assolutamente necessario che la pace cominci ad essere vissuta come valore profondo nell'intimo di ogni persona: così può estendersi nelle famiglie e nelle diverse forme di aggregazione sociale, fino a coinvolgere l'intera comunità politica (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2317). In un clima diffuso di concordia e di rispetto della giustizia, può maturare un'autentica cultura di pace (Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso al Corpo Diplomatico (13 gennaio 1997), 3: AAS 89 (1997) 474), capace di diffondersi anche nella Comunità internazionale. La pace è, pertanto, «il frutto dell'ordine immesso nella società umana dal suo Fondatore e che deve essere attuato dagli uomini assetati di una giustizia sempre più perfetta» (Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 78: AAS 58 (1966) 1101; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2304). Tale ideale di pace «non si può ottenere se non è messo al sicuro il bene delle persone e gli uomini con fiducia non si scambiano spontaneamente le ricchezze del loro animo e del loro ingegno» (Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 78: AAS 58 (1966) 1101).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)

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