Gaudium et spes n. 78 e commento CDS
78. La natura della pace
[n. 78f] Mossi dal medesimo spirito, noi non possiamo non
lodare coloro che, rinunciando alla violenza nella rivendicazione dei loro
diritti, ricorrono a quei mezzi di difesa che sono, del resto, alla portata
anche dei più deboli, purché ciò si possa fare senza pregiudizio dei diritti e
dei doveri degli altri o della comunità.
(CDS 496) La violenza non costituisce mai una risposta giusta. La Chiesa
proclama, con la convinzione della sua fede in Cristo e con la consapevolezza
della sua missione, «che la violenza è male, che la violenza come soluzione ai
problemi è inaccettabile, che la violenza è indegna dell'uomo. La violenza è
una menzogna, poiché è contraria alla verità della nostra fede, alla verità
della nostra umanità. La violenza distrugge ciò che sostiene di difendere: la
dignità, la vita, la libertà degli esseri umani» (Giovanni Paolo II, Discorso presso
Drogheda, Irlanda (29 settembre 1979), 9: AAS 71 (1979) 1081; cfr. Paolo
VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi,
37: AAS 68 (1976) 29). Anche il
mondo attuale ha bisogno della testimonianza di profeti non armati, purtroppo
oggetto di scherno in ogni epoca (Cfr.
Giovanni Paolo II, Discorso alla
Pontificia Accademia delle Scienze (12 novembre 1983), 5: AAS 76 (1984)
398-399): «Coloro che, per la salvaguardia dei diritti dell'uomo,
rinunciano all'azione violenta e cruenta e ricorrono a mezzi di difesa che sono
alla portata dei più deboli, rendono testimonianza alla carità evangelica,
purché ciò si faccia senza pregiudizio per i diritti e i doveri degli altri
uomini e delle società. Essi legittimamente attestano la gravità dei rischi
fisici e morali del ricorso alla violenza, che causa rovine e morti» (Catechismo
della Chiesa Cattolica, 2306).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)