Gaudium et spes n. 79 e commento CCC
Sezione 1: Necessità di evitare la guerra
79. Il dovere di mitigare l'inumanità della guerra
[n. 79a] Sebbene le recenti guerre abbiano portato al
nostro mondo gravissimi danni sia materiali che morali, ancora ogni giorno in
qualche punto della terra la guerra continua a produrre le sue devastazioni.
Anzi dal momento che in essa si fa uso di armi scientifiche di ogni genere, la
sua atrocità minaccia di condurre i combattenti ad una barbarie di gran lunga
superiore a quella dei tempi passati. La complessità inoltre delle odierne
situazioni e la intricata rete delle relazioni internazionali fanno sì che
vengano portate in lungo, con nuovi metodi insidiosi e sovversivi, guerre più o
meno larvate. In molti casi il ricorso ai sistemi del terrorismo è considerato
anch'esso una nuova forma di guerra.
(CCC 2307)
Il quinto comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana. A
causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca, la Chiesa con
insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché la bontà divina ci liberi
dall'antica schiavitù della guerra [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 81]. (CCC 2308) Tutti i cittadini e tutti i
governanti sono tenuti ad adoperarsi per evitare le guerre. “Fintantoché
esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un'autorità internazionale
competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità
di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una
legittima difesa” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium
et spes, 81].