Gaudium et spes n. 79 e commento CCC
79. Il dovere di mitigare l'inumanità della guerra
[n. 79b] Davanti a
questo stato di degradazione dell'umanità, il Concilio intende innanzi tutto
richiamare alla mente il valore immutabile del diritto naturale delle genti e
dei suoi principi universali. La stessa coscienza del genere umano proclama
quei principi con sempre maggiore fermezza e vigore. Le azioni pertanto che
deliberatamente si oppongono a quei principi e gli ordini che comandano tali
azioni sono crimini, né l'ubbidienza cieca può scusare coloro che li eseguono.
Tra queste azioni vanno innanzi tutto annoverati i metodi sistematici di sterminio
di un intero popolo, di una nazione o di una minoranza etnica; orrendo delitto
che va condannato con estremo rigore. Deve invece essere sostenuto il coraggio
di coloro che non temono di opporsi apertamente a quelli che ordinano tali
misfatti.
(CCC 2309)
Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare.
Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di
legittimità morale. Occorre contemporaneamente: - che il danno causato
dall'aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave
e certo; - che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati
impraticabili o inefficaci; - che ci siano fondate condizioni di successo; -
che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da
eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la
potenza dei moderni mezzi di distruzione. Questi sono gli elementi tradizionali
elencati nella dottrina detta della “guerra giusta”. La valutazione di tali
condizioni di legittimità morale spetta al giudizio prudente di coloro che
hanno la responsabilità del bene comune.