Gaudium et spes n. 81 e commento CDS
81. La corsa agli armamenti
[n. 81b] Qualunque cosa si debba pensare di questo metodo
dissuasivo, si convincano gli uomini che la corsa agli armamenti, alla quale si
rivolgono molte nazioni, non è una via sicura per conservare saldamente la
pace, né il cosiddetto equilibrio che ne risulta può essere considerato pace
vera e stabile. Le cause di guerra, anziché venire eliminate da tale corsa,
minacciano piuttosto di aggravarsi gradatamente. E mentre si spendono enormi
ricchezze per la preparazione di armi sempre nuove, diventa poi impossibile arrecare
sufficiente rimedio alle miserie così grandi del mondo presente. Anziché
guarire veramente, nel profondo, i dissensi tra i popoli, si finisce per
contagiare anche altre parti del mondo. Nuove strade converrà cercare partendo
dalla riforma degli spiriti, perché possa essere rimosso questo scandalo e al
mondo, liberato dall'ansietà che l'opprime, possa essere restituita una pace
vera.
(CDS 510) Il disarmo deve estendersi all'interdizione di armi che infliggono
effetti traumatici eccessivi o che colpiscono indiscriminatamente, nonché delle
mine antipersona, un tipo di piccoli ordigni, disumanamente insidiosi, poiché
continuano a colpire anche molto tempo dopo il termine delle ostilità: gli
Stati che le producono, le commercializzano o le usano ancora, si assumono la
responsabilità di ritardare gravemente la totale eliminazione di tali strumenti
mortiferi (Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della
Pace 1999, 11: AAS 91 (1999) 385-386). La Comunità internazionale deve continuare ad impegnarsi nell'attività
di sminamento, promuovendo un'efficace cooperazione, compresa la formazione
tecnica, con i Paesi che non dispongono di mezzi propri adatti ad effettuare
l'urgentissima bonifica dei loro territori e che non sono in grado di fornire
un'assistenza adeguata alle vittime delle mine.
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)