Gaudium et spes n. 82 e commento CDS



82. La condanna assoluta della guerra e l'azione internazionale per evitarla

[n. 82b] Ma prima che questa auspicabile autorità possa essere costituita, è necessario che le attuali supreme istanze internazionali si dedichino con tutto l'impegno alla ricerca dei mezzi più idonei a procurare la sicurezza comune. La pace deve sgorgare spontanea dalla mutua fiducia delle nazioni, piuttosto che essere imposta ai popoli dal terrore delle armi. Pertanto tutti debbono impegnarsi con alacrità per far cessare finalmente la corsa agli armamenti. Perché la riduzione degli armamenti incominci realmente, non deve certo essere fatta in modo unilaterale, ma con uguale ritmo da una parte e dall'altra, in base ad accordi comuni e con l'adozione di efficaci garanzie (169).

Note: (169) Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl. Pacem in terris dove si parla di disarmo: AAS 55 (1963), p. 287 [Dz 3991].

(CDS 499) Gli Stati non sempre dispongono degli strumenti adeguati per provvedere efficacemente alla propria difesa: da qui la necessità e l'importanza delle Organizzazioni internazionali e regionali, che devono essere in grado di collaborare per far fronte ai conflitti e favorire la pace, instaurando relazioni di fiducia reciproca capaci di rendere impensabile il ricorso alla guerra (Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 288-289): «È lecito... sperare che gli uomini, incontrandosi e negoziando, abbiano a scoprire meglio i vincoli che li legano, provenienti dalla loro comune umanità, e abbiano pure a scoprire che una fra le più profonde esigenze della loro comune umanità è che tra essi e tra i rispettivi popoli regni non il timore, ma l'amore: il quale tende ad esprimersi nella collaborazione leale, multiforme, apportatrice di molti beni» (Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 291). 
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)

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