Gaudium et spes n. 86 e commento CCC e CDS
86. Alcune norme opportune
[n. 86a] In vista di questa cooperazione, sembra utile
proporre le norme seguenti: a) Le nazioni in via di sviluppo tendano
soprattutto ad assegnare, espressamente e senza equivoci, come fine del
progresso la piena espansione umana dei cittadini. Si ricordino che questo
progresso trova innanzi tutto la sua origine e il suo dinamismo nel lavoro e
nella ingegnosità delle popolazioni stesse, visto che esso deve sl far leva
sugli aiuti esterni, ma, prima di tutto, sulla valorizzazione delle proprie
risorse nonché sulla propria cultura e tradizione. In questa materia, quelli
che esercitano sugli altri maggiore influenza devono dare l'esempio.
(CCC 2439) Le nazioni ricche hanno una grave responsabilità morale nei confronti
di quelle che da se stesse non possono assicurarsi i mezzi del proprio sviluppo
o ne sono state impedite in conseguenza di tragiche vicende storiche. Si tratta
di un dovere di solidarietà e di carità; ed anche di un obbligo di giustizia,
se il benessere delle nazioni ricche proviene da risorse che non sono state
equamente pagate.
(CDS 447) La dottrina
sociale incoraggia forme di cooperazione capaci di incentivare l'accesso al
mercato internazionale dei Paesi segnati da povertà e sottosviluppo: «In
anni non lontani è stato sostenuto che lo sviluppo dipendesse dall'isolamento
dei Paesi più poveri dal mercato mondiale e dalla loro fiducia nelle sole
proprie forze. L'esperienza recente ha dimostrato che i Paesi che si sono
esclusi hanno conosciuto stagnazione e regresso, mentre hanno conosciuto lo
sviluppo i Paesi che sono riusciti ad entrare nella generale interconnessione
delle attività economiche a livello internazionale. Sembra, dunque, che il
maggior problema sia quello di ottenere un equo accesso al mercato internazionale,
fondato non sul principio unilaterale dello sfruttamento delle risorse
naturali, ma sulla valorizzazione delle risorse umane» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus
annus, 33: AAS 83 (1991) 835). Tra le cause che maggiormente
concorrono a determinare il sottosviluppo e la povertà, oltre all'impossibilità
di accedere al mercato internazionale (Cfr.
Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio,
56-61: AAS 59 (1967) 285-287), vanno annoverati l'analfabetismo,
l'insicurezza alimentare, l'assenza di strutture e servizi, la carenza di
misure per garantire l'assistenza sanitaria di base, la mancanza di acqua
potabile, la corruzione, la precarietà delle istituzioni e della stessa vita
politica. Esiste una connessione tra la povertà e la mancanza, in molti Paesi,
di libertà, di possibilità di iniziativa economica, di amministrazione statale
capace di predisporre un adeguato sistema di educazione e di informazione.
(Commento CCC dal Catechismo della Chiesa Cattolica e CDS dal
Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)