Gaudium et spes n. 83 e commento CDS



Sezione 2: La costruzione della comunità internazionale

83. Le cause di discordia e i loro rimedi

[n. 83a] L'edificazione della pace esige prima di tutto che, a cominciare dalle ingiustizie, si eliminino le cause di discordia che fomentano le guerre. Molte occasioni provengono dalle eccessive disparità economiche e dal ritardo con cui vi si porta il necessario rimedio. Altre nascono dallo spirito di dominio, dal disprezzo delle persone e, per accennare ai motivi più reconditi, dall'invidia, dalla diffidenza, dall'orgoglio e da altre passioni egoistiche.
(CDS 502) Le esigenze della legittima difesa giustificano l'esistenza, negli Stati, delle forze armate, la cui azione deve essere posta al servizio della pace: coloro i quali presidiano con tale spirito la sicurezza e la libertà di un Paese danno un autentico contributo alla pace (Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 79: AAS 58 (1966) 1102-1103; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2310). Ogni persona che presta servizio nelle forze armate è concretamente chiamata a difendere il bene, la verità e la giustizia nel mondo; non pochi sono coloro che in tale contesto hanno sacrificato la propria vita per questi valori e per difendere vite innocenti. Il crescente numero di militari che operano in seno a forze multinazionali, nell'ambito delle «missioni umanitarie e di pace», promosse dalle Nazioni Unite, è un fatto significativo (Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio al III Convegno internazionale degli Ordinari militari (11 marzo 1994), 4: AAS 87 (1995) 74). (CDS 503) Ogni membro delle forze armate è moralmente obbligato ad opporsi agli ordini che incitano a compiere crimini contro il diritto delle genti e i suoi principi universali (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2313). I militari rimangono pienamente responsabili degli atti che compiono in violazione dei diritti delle persone e dei popoli o delle norme del diritto internazionale umanitario. Tali atti non si possono giustificare con il motivo dell'obbedienza a ordini superiori. Gli obiettori di coscienza, i quali rifiutano in via di principio di effettuare il servizio militare nei casi in cui sia obbligatorio, poiché la loro coscienza li porta a respingere qualsiasi uso della forza oppure la partecipazione ad un determinato conflitto, devono essere disponibili a svolgere altri tipi di servizio: «Sembra ... giusto che le leggi provvedano con comprensione al caso di chi per motivi di coscienza ricusa di usare le armi, mentre accetta un'altra forma di servizio alla comunità umana» (1057 Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 79: AAS 58 (1966) 1103; cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2311).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)

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