Gaudium et spes n. 83 e commento CDS
83. Le cause di discordia e i loro rimedi
[n. 83b] Poiché gli uomini non possono tollerare tanti
disordini avviene che il mondo, anche quando non conosce le atrocità della
guerra, resta tuttavia continuamente in balia di lotte e di violenze. I
medesimi mali si riscontrano inoltre nei rapporti tra le nazioni. Quindi per
vincere e per prevenire questi mali, per reprimere lo scatenamento della violenza,
è assolutamente necessario che le istituzioni internazionali sviluppino e
consolidino la loro cooperazione e la loro coordinazione e che, senza
stancarsi, si stimoli la creazione di organismi idonei a promuovere la pace.
(CDS 504) Il diritto
all'uso della forza per scopi di legittima difesa è associato al dovere di
proteggere e aiutare le vittime innocenti che non possono difendersi
dall'aggressione. Nei conflitti dell'era moderna, frequentemente interni ad
uno stesso Stato, le disposizioni del
diritto internazionale umanitario devono essere pienamente rispettate. In
troppe circostanze la popolazione civile è colpita, a volte perfino come
obiettivo bellico. In alcuni casi viene brutalmente massacrata o sradicata
dalle proprie case e dalla propria terra con trasferimenti forzati, sotto il
pretesto di una «pulizia etnica» (1058) inaccettabile. In tali tragiche
circostanze, è necessario che gli aiuti umanitari raggiungano la popolazione
civile e che non siano mai utilizzati per condizionare i beneficiari: il bene
della persona umana deve avere la precedenza sugli interessi delle parti in
conflitto.
Note: (1058) (Giovanni Paolo II, Angelus Domini
(7 marzo 1993), 4: Insegnamenti di
Giovanni Paolo II, XVI, 1 (1993) 589; Id., Discorso al Consiglio dei Ministri OSCE (30 novembre 1993), 4: AAS
86 (1994) 751.
(CDS 505) Il principio
di umanità, iscritto nella coscienza di ogni persona e popolo, comporta
l'obbligo di tenere al riparo la popolazione civile dagli effetti della guerra:
«Quel minimo di protezione della dignità di ogni essere umano, garantito dal
diritto internazionale umanitario, è troppo spesso violato in nome di esigenze
militari o politiche, che mai dovrebbero avere il sopravvento sul valore della
persona umana. Si avverte oggi la necessità di trovare un nuovo consenso sui
principi umanitari e di rafforzarne i fondamenti per impedire il ripetersi di
atrocità e abusi (Giovanni Paolo II, Discorso all'Udienza generale (11 agosto
1999): L'Osservatore Romano, 12
agosto 1999, p. 5)».1059 Una particolare categoria di vittime della
guerra è quella dei rifugiati,
costretti dai combattimenti a fuggire dai luoghi in cui vivono abitualmente,
fino a trovare riparo in Paesi diversi da quelli in cui sono nati. La Chiesa è
loro vicina, non solo con la presenza pastorale e con il soccorso materiale, ma
anche con l'impegno a difendere la loro dignità umana: «La sollecitudine per i
rifugiati deve spingersi a riaffermare e a sottolineare i diritti umani,
universalmente riconosciuti, e a chiedere che anche per essi siano effettivamente
realizzati» (Giovanni Paolo II, Messaggio per la Quaresima 1990, 3: AAS
82 (1990) 802).
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)