Gaudium et spes n. 84 e commento CCC e CDS
84. La comunità delle nazioni e le istituzioni internazionali
[n. 84c] Le istituzioni internazionali, tanto universali
che regionali già esistenti, si sono rese certamente benemerite del genere
umano. Esse rappresentano i primi sforzi per gettare le fondamenta
internazionali di tutta la comunità umana al fine di risolvere le più gravi
questioni del nostro tempo: promuovere il progresso in ogni luogo della terra e
prevenire la guerra sotto qualsiasi forma. In tutti questi campi, la Chiesa si
rallegra dello spirito di vera fratellanza che fiorisce tra cristiani e non
cristiani, e dello sforzo d'intensificare i tentativi intesi a sollevare
l'immane miseria.
(CDS 508) La dottrina
sociale propone la meta di un «disarmo generale, equilibrato e controllato»
(1067). L'enorme aumento delle armi
rappresenta una minaccia grave per la stabilità e la pace. Il principio di
sufficienza, in virtù del quale uno Stato può possedere unicamente i mezzi
necessari per la sua legittima difesa, deve essere applicato sia dagli Stati
che comprano armi, sia da quelli che le producono e le forniscono (1068).
Qualsiasi accumulo eccessivo di armi, o il loro commercio generalizzato, non
possono essere giustificati moralmente; tali fenomeni vanno valutati anche alla
luce della normativa internazionale in materia di non-proliferazione,
produzione, commercio e uso dei differenti tipi di armamenti. Le armi non
devono mai essere considerate alla stregua di altri beni scambiati a livello
mondiale o sui mercati interni (1069). Il Magistero, inoltre, ha espresso una
valutazione morale del fenomeno della deterrenza:
«L'accumulo delle armi sembra a molti
un modo paradossale di dissuadere dalla guerra eventuali avversari. Costoro
vedono in esso il più efficace dei mezzi atti ad assicurare la pace tra le
nazioni. Riguardo a tale mezzo di dissuasione vanno fatte severe riserve
morali. La corsa agli armamenti non
assicura la pace. Lungi dall'eliminare le cause di guerra, rischia di
aggravarle» (1070). Le politiche di deterrenza nucleare, tipiche del periodo
della cosiddetta Guerra Fredda, devono essere sostituite con concrete misure di
disarmo, basate sul dialogo e sul negoziato multilaterale.
Note: (1067) Giovanni Paolo II, Messaggio per il
40º anniversario dell'ONU (14 ottobre 1985), 6: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII, 2 (1985) 988. (1068)
Cfr. Pontificio Consiglio della Giustizia
e della Pace, Il commercio internazionale
delle armi (1º maggio 1994), I, 9-11, Libreria Editrice Vaticana, Città del
Vaticano 1994, p. 13. (1069) Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2316;
Giovanni Paolo II, Discorso al Mondo del
Lavoro, Verona, Italia (17 aprile 1988), 6: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XI, 1 (1988) 940. (1970) Catechismo
della Chiesa Cattolica,
2315.
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)