Gaudium et spes n. 84 e commento CCC e CDS
84ca. Risolvere le più gravi questioni del nostro tempo
[n. 84ca2] È profanazione e bestemmia proclamarsi
terroristi in nome di Dio
(CCC 2297 - ripetizione) I rapimenti
e la presa di ostaggi fanno regnare il terrore e, con la minaccia,
esercitano intollerabili pressioni sulle vittime. Essi sono moralmente
illeciti. Il terrorismo minaccia, ferisce e uccide senza discriminazione;
esso è gravemente contrario alla giustizia e alla carità. La tortura,
che si serve della violenza fisica o morale per strappare confessioni, per
punire i colpevoli, per spaventare gli oppositori, per soddisfare l'odio, è
contraria al rispetto della persona e della dignità umana. Al di fuori di
prescrizioni mediche di carattere strettamente terapeutico, le amputazioni, mutilazioni o sterilizzazioni
direttamente volontarie praticate a persone innocenti sono contrarie alla legge
morale [Pio XI, Lett. enc. Casti connubii:
DS 3722-3723].
(CDS 515) È
profanazione e bestemmia proclamarsi terroristi in nome di Dio (1086): così
si strumentalizza anche Dio e non solo l'uomo, in quanto si ritiene di
possedere totalmente la Sua verità anziché cercare di esserne posseduti.
Definire «martiri» coloro i quali muoiono compiendo atti terroristici è
stravolgere il concetto di martirio, che è testimonianza di chi si fa uccidere
per non rinunciare a Dio e al Suo amore e non di chi uccide in nome di Dio. Nessuna religione può tollerare il
terrorismo e, ancor meno, predicarlo (1087). Le religioni sono impegnate,
piuttosto, a collaborare per rimuovere le cause del terrorismo e per promuovere
l'amicizia tra i popoli (1088).
Note: (1086) (Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso ai rappresentanti
del mondo della cultura, dell'arte e della scienza, Astana, Kazakhstan (24
settembre 2001), 5: L'Osservatore Romano, 24-25 settembre 2001, p. 16. (1087)
Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio per la
Giornata Mondiale della Pace 2002, 7: AAS 94 (2002) 135-136. (1088) Cfr. Decalogo di Assisi per la pace, n. 1,
contenuto nella Lettera inviata da Giovanni Paolo II ai Capi di Stato e di
Governo il 24 febbraio 2002: L'Osservatore Romano, 4-5 marzo 2002, p. 1).
(Commento CCC dal Catechismo della Chiesa Cattolica e CDS dal
Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)