Gaudium et spes n. 85 e commento CDS



85. La cooperazione internazionale sul piano economico

[n. 85b] Lo sviluppo d'un paese dipende dalle sue risorse in uomini e in denaro. Bisogna preparare i cittadini di ogni nazione, attraverso l'educazione e la formazione professionale, ad assumere i diversi incarichi della vita economica e sociale. A tal fine si richiede l'opera di esperti stranieri, i quali nel prestare la loro azione, si comportino non come padroni, ma come assistenti e cooperatori. Senza profonde modifiche nei metodi attuali del commercio mondiale, le nazioni in via di sviluppo non potranno ricevere i sussidi materiali di cui hanno bisogno. Inoltre, altre risorse devono essere loro date dalle nazioni progredite, sotto forma di dono, di prestiti e d'investimenti finanziari: ciò si faccia con generosità e senza cupidigia, da una parte, e si ricevano, dall'altra, con tutta onestà.
(CDS 433) La centralità della persona umana e la naturale attitudine delle persone e dei popoli a stringere relazioni tra loro sono gli elementi fondamentali per costruire una vera Comunità internazionale, la cui organizzazione deve tendere all'effettivo bene comune universale (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1911). Nonostante sia ampiamente diffusa l'aspirazione verso un'autentica comunità internazionale, l'unità della famiglia umana non trova ancora realizzazione, perché ostacolata da ideologie materialistiche e nazionalistiche che negano i valori di cui è portatrice la persona considerata integralmente, in tutte le sue dimensioni, materiale e spirituale, individuale e comunitaria. In particolare, è moralmente inaccettabile ogni teoria o comportamento improntati al razzismo e alla discriminazione razziale (881). La convivenza tra le Nazioni è fondata sui medesimi valori che devono orientare quella tra gli esseri umani: la verità, la giustizia, la solidarietà e la libertà (882). L'insegnamento della Chiesa, sul piano dei principi costitutivi della Comunità internazionale, chiede che le relazioni tra i popoli e le comunità politiche trovino la loro giusta regolazione nella ragione, nell'equità, nel diritto, nella trattativa, mentre esclude il ricorso alla violenza e alla guerra, a forme di discriminazione, di intimidazione e di inganno (883).
Note: (881(Cfr. Concilio Vaticano II, Dich. Nostra aetate, 5: AAS 58 (1966) 743-744; Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 268.281; Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 63: AAS 59 (1967) 288; Id., Lett. apost. Octogesima adveniens, 16: AAS 63 (1971) 413; Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, L'Église face au racisme. Contribution du Saint-Siège à la Conférence mondiale contre le Racisme, la Discrimination raciale, la Xénophobie et l'Intolérance qui y est associée, Tipografia Vaticana, Città del Vaticano 2001. (882) Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 279-280. (883) Cfr. Paolo VI, Discorso alle Nazioni Unite (4 ottobre 1965), 2: AAS 57 (1965) 879-880.

(CDS 434) Il diritto si pone come strumento di garanzia dell'ordine internazionale (884), ovvero della convivenza tra comunità politiche che singolarmente perseguono il bene comune dei propri cittadini e che collettivamente devono tendere a quello di tutti i popoli (885), nella convinzione che il bene comune di una Nazione è inseparabile dal bene dell'intera famiglia umana (886). Quella internazionale è una comunità giuridica fondata sulla sovranità di ogni Stato membro, senza vincoli di subordinazione che ne neghino o ne limitino l'indipendenza (887). Concepire in questo modo la comunità internazionale non significa affatto relativizzare e vanificare le differenti e peculiari caratteristiche di ogni popolo, ma favorirne l'espressione (888). La valorizzazione delle differenti identità aiuta a superare le varie forme di divisione che tendono a separare i popoli e a farli portatori di un egoismo dagli effetti destabilizzanti.
Note: (884) Cfr. Pio XII, Lett. enc. Summi Pontificatus: AAS 31 (1939) 438-439. (885) Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 292; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 52: AAS 83 (1991) 857-858.(886) Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 284. (887) Cfr. Pio XII, Allocuzione natalizia (24 dicembre 1939): AAS 32 (1940) 9-11; Id., Discorso ai Giuristi Cattolici sulle Comunità di Stati e di popoli (6 dicembre 1953): AAS 45 (1953) 395-396; Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 289. (888) Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la celebrazione del 50º di fondazione (5 ottobre 1995), 9-10: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII, 2 (1995) 737-738. 
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)

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