Gaudium et spes n. 87 e commento CCC e CDS
87. La cooperazione internazionale e l'accrescimento demografico
[n. 87a] La cooperazione internazionale è indispensabile
soprattutto quando si tratta dei popoli che, fra le molte altre difficoltà,
subiscono oggi in modo tutto speciale quelle derivanti da un rapido incremento
demografico. È urgente e necessario ricercare come, con la cooperazione intera
ed assidua di tutti, specie delle nazioni più favorite, si possa procurare e
mettere a disposizione dell'intera comunità umana quei beni che sono necessari
alla sussistenza e alla conveniente istruzione di ciascuno. Alcuni popoli potrebbero
migliorare seriamente le loro condizioni di vita se, debitamente istruiti,
passassero dai vecchi metodi di agricoltura ai nuovi procedimenti tecnici di
produzione, applicandoli con la prudenza necessaria alla situazione propria e
se instaurassero inoltre un migliore ordine sociale e attuassero una più giusta
distribuzione della proprietà terriera.
(CCC 2371) “Sia chiaro a tutti che
la vita dell'uomo e il compito di trasmetterla non sono limitati solo a questo
tempo e non si possono commisurare e capire in questo mondo soltanto, ma
riguardano sempre il destino eterno degli
uomini” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium
et spes, 51]. (CCC 2372) Lo Stato è responsabile del benessere dei
cittadini. E' legittimo che, a questo titolo, prenda iniziative al fine di
orientare l'incremento della popolazione. Può farlo con un'informazione
obiettiva e rispettosa, mai però con imposizioni autoritarie e cogenti. Non può
legittimamente sostituirsi all'iniziativa degli sposi, primi responsabili della
procreazione e dell'educazione dei propri figli [Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 37; Id., Lett.
enc. Humanae vitae, 23]. In questo
campo non è autorizzato a intervenire con mezzi contrari alla legge morale.
(CDS 94) Gli anni Sessanta
aprono orizzonti promettenti: la ripresa dopo le devastazioni della guerra,
l'inizio della decolonizzazione, i primi timidi segnali di un disgelo nei rapporti tra i due blocchi,
americano e sovietico. In questo clima, il beato Giovanni XXIII legge in
profondità i «segni dei tempi» (163). La questione
sociale si sta universalizzando e coinvolge tutti i Paesi: accanto alla
questione operaia e alla rivoluzione industriale, si delineano i problemi
dell'agricoltura, delle aree in via di sviluppo, dell'incremento demografico e
quelli relativi alla necessità di una cooperazione economica mondiale. Le
disuguaglianze, in precedenza avvertite all'interno delle Nazioni, appaiono a
livello internazionale e fanno emergere con sempre maggiore chiarezza la
situazione drammatica in cui si trova il Terzo Mondo. Giovanni XXIII,
nell'enciclica «Mater et magistra» (164)), «mira ad aggiornare i documenti già
conosciuti e a fare un ulteriore passo in avanti nel processo di coinvolgimento
di tutta la comunità cristiana» (165). Le parole-chiave dell'Enciclica sono comunità e socializzazione (166): la
Chiesa è chiamata, nella verità, nella giustizia e nell'amore, a collaborare con
tutti gli uomini per costruire un'autentica comunione. Per tale via la crescita
economica non si limiterà a soddisfare i bisogni degli uomini, ma potrà
promuovere anche la loro dignità.
Note: (163) Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in
terris: AAS 55 (1963) 267-269. 278-279. 291. 295-296. (164) (Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 (1961)
401-464. (165) (Congregazione per
l'Educazione Cattolica, Orientamenti per
lo studio e l'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa nella formazione
sacerdotale, 23, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma 1988, p. 26. (166)
Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Mater et magistra: AAS 53 (1961)
415-418).
(Commento CCC dal Catechismo della Chiesa Cattolica e CDS dal
Compendio della dottrina sociale della
Chiesa)