Gaudium et spes n. 87 e commento CCC e CDS



87. La cooperazione internazionale e l'accrescimento demografico

[n. 87c] Poiché molti affermano che l'accrescimento demografico nel mondo, o almeno in alcune nazioni, debba essere frenato in maniera radicale con ogni mezzo e con non importa quale intervento dell'autorità pubblica, il Concilio esorta tutti ad astenersi da soluzioni contrarie alla legge morale, siano esse promosse o imposte pubblicamente o in privato. Infatti, in virtù del diritto inalienabile dell'uomo al matrimonio e alla generazione della prole, la decisione circa il numero dei figli da mettere al mondo dipende dal retto giudizio dei genitori e non può in nessun modo essere lasciata alla discrezione dell'autorità pubblica. Ma siccome questo giudizio dei genitori suppone una coscienza ben formata, è di grande importanza dare a tutti il modo di accedere a un livello di responsabilità conforme alla morale e veramente umano, nel rispetto della legge divina e tenendo conto delle circostanze. Tutto ciò esige un po' dappertutto un miglioramento dei mezzi pedagogici e delle condizioni sociali, soprattutto una formazione religiosa o almeno una solida formazione morale. Le popolazioni poi siano opportunamente informate sui progressi della scienza nella ricerca di quei metodi che potranno aiutare i coniugi in materia di regolamentazione delle nascite, una volta che sia ben accertato il valore di questi metodi e stabilito il loro accordo con la morale.
(CDS 233) Circa i «mezzi» per attuare la procreazione responsabile, vanno anzitutto rifiutati come moralmente illeciti sia la sterilizzazione sia l'aborto (521). Quest'ultimo, in particolare, è un abominevole delitto e costituisce sempre un disordine morale particolarmente grave (522); lungi dall'essere un diritto, è piuttosto un triste fenomeno che contribuisce gravemente alla diffusione di una mentalità contro la vita, minacciando pericolosamente una giusta e democratica convivenza sociale (523). Va pure rifiutato il ricorso ai mezzi contraccettivi nelle loro diverse forme (524): tale rifiuto si fonda su una corretta e integrale concezione della persona e della sessualità umana (525) ed ha il valore di un'istanza morale a difesa del vero sviluppo dei popoli (526). Le stesse ragioni di ordine antropologico giustificano, invece, come lecito il ricorso all'astinenza periodica nei periodi di fertilità femminile (527). Rifiutare la contraccezione e ricorrere ai metodi naturali di regolazione della natalità significa scegliere di impostare i rapporti interpersonali tra coniugi sul reciproco rispetto e sulla totale accoglienza, con positivi riflessi anche per la realizzazione di un ordine sociale più umano.

Note: (521) Cfr. Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 14: AAS 60 (1968) 490-491. (522) Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1072-1073; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2271-2272; Giovanni Paolo II, Lett. alle famiglie Gratissimam sane, 21: AAS 86 (1994) 919-920; Id., Lett. enc. Evangelium vitae, 58.59.61-62: AAS 87 (1995) 466-468. 470-472. (523) Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. alle famiglie Gratissimam sane, 21: AAS 86 (1994) 919-920; Id., Lett. enc. Evangelium vitae, 72.101: AAS 87 (1995) 484-485.516-518; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2273. (524) Cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1072-1073; Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 14: AAS 60 (1968) 490-491; Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 118-120; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2370; Pio XI, Lett. enc. Casti connubii: AAS 22 (1930), 559-561). (525) Cfr. Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 7: AAS 60 (1968) 485; Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 118-120. (526) Cfr. Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 17: AAS 60 (1968) 493-494. (527) Cfr. Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 16: AAS 60 (1968) 491-492; Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 118-120; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2370.

(CCC 2372) Lo Stato è responsabile del benessere dei cittadini. E' legittimo che, a questo titolo, prenda iniziative al fine di orientare l'incremento della popolazione. Può farlo con un'informazione obiettiva e rispettosa, mai però con imposizioni autoritarie e cogenti. Non può legittimamente sostituirsi all'iniziativa degli sposi, primi responsabili della procreazione e dell'educazione dei propri figli [Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 37; Id., Lett. enc. Humanae vitae, 23]. In questo campo non è autorizzato a intervenire con mezzi contrari alla legge morale.  
(Commento CCC dal Catechismo della Chiesa Cattolica e CDS dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)

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