Gaudium et spes n. 88 e commento CDS
88. Il compito dei cristiani nell'aiuto agli altri paesi
[n. 88a] I cristiani cooperino volentieri e con tutto il
cuore all'edificazione dell'ordine internazionale, nel rispetto delle legittime
libertà e in amichevole fraternità con tutti. Tanto più che la miseria della
maggior parte del mondo è così grande che il Cristo stesso, nella persona dei
poveri reclama come a voce alta la carità dei suoi discepoli. Si eviti questo
scandalo: mentre alcune nazioni, i cui abitanti per la maggior parte si dicono
cristiani, godono d'una grande abbondanza di beni, altre nazioni sono prive del
necessario e sono afflitte dalla fame, dalla malattia e da ogni sorta di
miserie. Lo spirito di povertà e d'amore è infatti la gloria e il segno della
Chiesa di Cristo.
(CDS 436) Per
realizzare e consolidare un ordine internazionale che garantisca efficacemente
la pacifica convivenza tra i popoli, la stessa legge morale che regge la vita
degli uomini deve regolare anche i rapporti tra gli Stati: «legge morale,
la cui osservanza deve venir inculcata e promossa dall'opinione pubblica di
tutte le Nazioni e di tutti gli Stati con tale unanimità di voce e di forza,
che nessuno possa osare di porla in dubbio o attenuarne il vincolo obbligante» (894).
È necessario che la legge morale
universale, scritta nel cuore dell'uomo, venga considerata effettiva e
inderogabile quale viva espressione della coscienza che l'umanità ha in comune,
una «grammatica» (895) in grado di orientare il dialogo sul futuro del mondo.
Note: (894) Pio XII, Radiomessaggio natalizio (24 dicembre
1941): AAS 34 (1942) 16. (895) (Giovanni
Paolo II, Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la
celebrazione del 50º di fondazione (5 ottobre 1995), 3: Insegnamenti di
Giovanni Paolo II, XVIII, 2 (1995) 732.
(Commento CDS dal Compendio della dottrina sociale della Chiesa)