Gaudium et spes n. 92 e commento CCC
92. Il dialogo fra tutti gli uomini
[n. 92d] Quanto più, in effetti, questa unità crescerà
nella verità e nell'amore, sotto la potente azione dello Spirito Santo, tanto
più essa diverrà per il mondo intero un presagio di unità e di pace. Perciò,
unendo le nostre energie ed utilizzando forme e metodi sempre più adeguati al
conseguimento efficace di così alto fine, nel momento presente, cerchiamo di
cooperare fraternamente, in una conformità al Vangelo ogni giorno maggiore, al
servizio della famiglia umana che è chiamata a diventare in Cristo Gesù la famiglia
dei figli di Dio.
(CCC 814)
Fin dal principio, questa Chiesa “una” si presenta tuttavia con una grande diversità, che proviene sia dalla
varietà dei doni di Dio sia dalla molteplicità delle persone che li ricevono.
Nell'unità del popolo di Dio si radunano le diversità dei popoli e delle
culture. Tra i membri della Chiesa esiste una diversità di doni, di funzioni,
di condizioni e modi di vita; “nella comunione ecclesiastica vi sono
legittimamente delle Chiese particolari, che godono di proprie tradizioni”
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
13]. La grande ricchezza di tale diversità non si oppone all'unità della
Chiesa. Tuttavia, il peccato e il peso delle sue conseguenze minacciano
continuamente il dono dell'unità. Anche l'Apostolo deve esortare a “conservare
l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace” (Ef 4,3). (CCC 815)
Quali sono i vincoli dell'unità? “Al di sopra di tutto la carità, che “è il
vincolo di perfezione” (Col 3,14). Ma l'unità della Chiesa nel tempo è
assicurata anche da legami visibili di comunione: la professione di una sola
fede ricevuta dagli Apostoli; la celebrazione comune del culto divino,
soprattutto dei sacramenti; la successione apostolica mediante il sacramento
dell'Ordine, che custodisce la concordia fraterna della famiglia di Dio [Conc.
Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio,
2; Id., Lumen gentium, 14; CIC, canone
205].