LUMEN GENTIUM 5 e commento CCC



Il regno di Dio

5b Questo regno si manifesta chiaramente agli uomini nelle parole, nelle opere e nella presenza di Cristo. La parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato nel campo (cfr. Mc 4,14): quelli che lo ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo (cfr. Lc 12,32), hanno accolto il regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto (cfr. Mc 4,26-29).
(CCC 669) Come Signore, Cristo è anche il Capo della Chiesa che è il suo corpo [Ef 1,22]. Elevato al cielo e glorificato, avendo così compiuto pienamente la sua missione, egli permane sulla terra, nella sua Chiesa. La redenzione è la sorgente dell'autorità che Cristo, in virtù dello Spirito Santo, esercita sulla Chiesa [Ef 4,11-13], la quale è “il regno di Cristo già presente in mistero” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 3]. La Chiesa “di questo regno costituisce in terra il germe e l'inizio” [Lumen gentium, 5]. (CCC 763) È compito del Figlio realizzare, nella pienezza dei tempi, il piano di salvezza del Padre; è questo il motivo della sua “missione” [ib., 3; Id. , Ad gentes, 3]. “Il Signore Gesù diede inizio alla sua Chiesa predicando la Buona Novella, cioè la venuta del Regno di Dio da secoli promesso nelle Scritture” [Conc. Ecum. Vat. II., Lumen gentium, 5]. Per compiere la volontà del Padre, Cristo inaugurò il Regno dei cieli sulla terra. La Chiesa è “il Regno di Cristo già presente in mistero” [Lumen gentium, 3].    

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