LUMEN GENTIUM 5 e commento CCC
Il regno di Dio
5e La Chiesa
perciò, fornita dei doni del suo fondatore e osservando fedelmente i suoi
precetti di carità, umiltà e abnegazione, riceve la missione di annunziare e
instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno
costituisce in terra il germe e l'inizio. Intanto, mentre va lentamente
crescendo, anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di
unirsi col suo re nella gloria.
(CCC 769)
“La Chiesa […] non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo”,
[Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium,
48] al momento del ritorno glorioso di Cristo. Fino a quel giorno, “la Chiesa
prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni
di Dio” [Sant'Agostino, De civitate Dei,
18, 51; Lumen gentium, 8]. Quaggiù si
sente in esilio, lontana dal Signore [2Cor 5,6; Lumen gentium, 6]; “anela al regno perfetto e con tutte le sue
forze spera e brama di unirsi al suo Re nella gloria” [Lumen gentium, 5]. Il compimento della Chiesa - e per suo mezzo del
mondo - nella gloria non avverrà se non attraverso molte prove. Allora
soltanto, “tutti i giusti, a partire da Adamo, "dal giusto Abele fino
all'ultimo eletto", saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa
universale” [Lumen gentium, 2].