LUMEN GENTIUM 6 e commento CCC
Le immagini della Chiesa
6e In essa infatti
quali pietre viventi veniamo a formare su questa terra un tempio spirituale
(cfr. 1 Pt 2,5). E questa città santa Giovanni la contempla mentre, nel momento
in cui si rinnoverà il mondo, scende dal cielo, da presso Dio, « acconciata
come sposa adornatasi per il suo sposo » (Ap 21,1s). La Chiesa, chiamata «
Gerusalemme celeste » e « madre nostra » (Gal 4,26; cfr. Ap 12,17), viene pure
descritta come l'immacolata sposa dell'Agnello immacolato (cfr. Ap 19,7; 21,2 e
9; 22,17), sposa che Cristo « ha amato.. . e per essa ha dato se stesso, al
fine di santificarla » (Ef 5,26), che si è associata con patto indissolubile ed
incessantemente « nutre e cura » (Ef 5,29), che dopo averla purificata, volle a
sé congiunta e soggetta nell'amore e nella fedeltà (cfr. Ef 5,24), e che,
infine, ha riempito per sempre di grazie celesti, onde potessimo capire la
carità di Dio e di Cristo verso di noi, carità che sorpassa ogni conoscenza
(cfr. Ef 3,19). Ma mentre la Chiesa compie su questa terra il suo
pellegrinaggio lontana dal Signore (cfr. 2 Cor 5,6), è come un esule, e cerca e
pensa alle cose di lassù, dove Cristo siede alla destra di Dio, dove la vita
della Chiesa è nascosta con Cristo in Dio, fino a che col suo sposo comparirà
rivestita di gloria (cfr. Col 3,1-4).
(CCC 769) “La Chiesa […]
non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo”, [Conc. Ecum. Vat.
II, Lumen gentium, 48] al momento del
ritorno glorioso di Cristo. Fino a quel giorno, “la Chiesa prosegue il suo
pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”
[Sant'Agostino, De civitate Dei, 18,
51; Lumen gentium, 8]. Quaggiù si
sente in esilio, lontana dal Signore [2Cor 5,6; Lumen gentium, 6]; “anela al regno perfetto e con tutte le sue
forze spera e brama di unirsi al suo Re nella gloria” [Lumen gentium, 5]. Il compimento della Chiesa - e per suo mezzo del
mondo - nella gloria non avverrà se non attraverso molte prove. Allora
soltanto, “tutti i giusti, a partire da Adamo, "dal giusto Abele fino
all'ultimo eletto", saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa
universale” [Lumen gentium, 2]. (CCC 1621)
Nel rito latino, la celebrazione del Matrimonio tra due fedeli cattolici ha
luogo normalmente durante la Santa Messa, a motivo del legame di tutti i
sacramenti con il Mistero pasquale di Cristo [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 61].
Nell'Eucaristia si realizza il memoriale della Nuova Alleanza, nella quale
Cristo si è unito per sempre alla Chiesa, sua diletta Sposa per la quale ha
dato se stesso [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 6]. E' dunque conveniente che gli sposi suggellino il loro
consenso a donarsi l'uno all'altro con l'offerta delle loro proprie vite,
unendola all'offerta di Cristo per la sua Chiesa, resa presente nel sacrificio
eucaristico, e ricevendo l'Eucaristia, affinché, nel comunicare al medesimo
Corpo e al medesimo Sangue di Cristo, essi “formino un corpo solo” in Cristo [1Cor
10,17].