LUMEN GENTIUM 8 e commento CCC
La Chiesa, realtà visibile e spirituale
8a Cristo, unico
mediatore, ha costituito sulla terra e incessantemente sostenta la sua Chiesa
santa, comunità di fede, di speranza e di carità [9], quale organismo visibile,
attraverso il quale diffonde per tutti la verità e la grazia. Ma la società
costituita di organi gerarchici e il corpo mistico di Cristo, l'assemblea
visibile e la comunità spirituale, la Chiesa terrestre e la Chiesa arricchita
di beni celesti, non si devono considerare come due cose diverse; esse formano
piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e
divino [10. Per una analogia che non è senza valore, quindi, è paragonata al
mistero del Verbo incarnato. Infatti, come la natura assunta serve al Verbo
divino da vivo organo di salvezza, a lui indissolubilmente unito, così in modo
non dissimile l'organismo sociale della Chiesa serve allo Spirito di Cristo che
la vivifica, per la crescita del corpo (cfr. Ef 4,16) [11].
Note: [9] Cf. LEONE XIII,
Enc. Sapientiae christianae, 10 genn. 1890: ASS 22 (1889-90), p. 392;
ID., Enc. Satis cognitum, 29 giugno 1896: AAS 28 (1895-96), pp. 710 e
724ss. PIO XII, Enc. Mystici Corporis,
l.c. [nota 7], pp. 199-200. [10] Cf. PIO
XII, Enc. Mystici Corporis,.c. [nota
7], p. 221ss; ID., Enc. Humani generis, 12 ag. 1950: AAS 42 (1950), p. 571. [11]
Cf. LEONE XIII, Enc. Satis cognitum, l.c. [nota 9], p. 713.
(CCC 769) “La Chiesa […]
non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo”, [Conc. Ecum. Vat.
II, Lumen gentium, 48] al momento del
ritorno glorioso di Cristo. Fino a quel giorno, “la Chiesa prosegue il suo
pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”
[Sant'Agostino, De civitate Dei, 18,
51; Lumen gentium, 8]. Quaggiù si
sente in esilio, lontana dal Signore [2Cor 5,6; Lumen gentium, 6]; “anela al regno perfetto e con tutte le sue
forze spera e brama di unirsi al suo Re nella gloria” [Lumen gentium, 5]. Il compimento della Chiesa - e per suo mezzo del
mondo - nella gloria non avverrà se non attraverso molte prove. Allora
soltanto, “tutti i giusti, a partire da Adamo, "dal giusto Abele fino
all'ultimo eletto", saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa
universale” [Lumen gentium, 2]. (CCC 771) “Cristo, unico mediatore, ha costituito
sulla terra la sua Chiesa santa, comunità di fede, di speranza e di carità,
come un organismo visibile; incessantemente la sostenta e per essa diffonde su
tutti la verità e la grazia”. La Chiesa è ad un tempo: - “la società costituita
di organi gerarchici e il Corpo mistico di Cristo; - l'assemblea visibile e la
comunità spirituale; - la Chiesa della terra e la Chiesa ormai in possesso dei
beni celesti”. Queste dimensioni “formano una sola complessa realtà risultante
di un elemento umano e di un elemento divino” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 8]. La Chiesa “ha la
caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata
di realtà invisibili, fervente nell'azione e dedita alla contemplazione,
presente nel mondo e, tuttavia, pellegrina; tutto questo in modo che quanto in
lei è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all'invisibile,
l'azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura verso la
quale siamo incamminati” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 2]. “O umiltà! O sublimità! Tabernacolo di
Cedar, santuario di Dio; abitazione terrena, celeste reggia; dimora di fango,
sala regale; corpo di morte, tempio di luce; infine, rifiuto per i superbi, ma
sposa di Cristo! Bruna sei, ma bella, o figlia di Gerusalemme: se anche la
fatica e il dolore del lungo esilio ti sfigura, ti adorna tuttavia la bellezza
celeste [San Bernardo di Chiaravalle, In
Canticum sermo, 27, 7, 14; Opera].