LUMEN GENTIUM 8 e commento CCC
La Chiesa, realtà visibile e spirituale
8d
Così pure la Chiesa circonda d'affettuosa cura quanti sono afflitti dalla umana
debolezza, anzi riconosce nei poveri e nei sofferenti l'immagine del suo
fondatore, povero e sofferente, si fa premura di sollevarne la indigenza e in
loro cerca di servire il Cristo. Ma mentre Cristo, « santo, innocente, immacolato
» (Eb 7,26), non conobbe il peccato (cfr. 2 Cor 5,21) e venne solo allo scopo
di espiare i peccati del popolo (cfr. Eb 2,17), la Chiesa, che comprende nel
suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di
purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del
rinnovamento.
(CCC 827) “Mentre Cristo
"santo, innocente, immacolato", non conobbe il peccato, ma venne allo
scopo di espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa che comprende nel suo seno i peccatori, santa e insieme sempre
bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo
rinnovamento” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 8; Id., Unitatis
redintegratio, 3; 6]. Tutti i membri della Chiesa, compresi i suoi
ministri, devono riconoscersi peccatori [1Gv 1,8-10]. In tutti, sino alla fine
dei tempi, la zizzania del peccato si trova ancora mescolata al buon grano del
Vangelo [Mt 13,24-30]. La Chiesa raduna dunque peccatori raggiunti dalla
salvezza di Cristo, ma sempre in via di santificazione: “La Chiesa è santa, pur
comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita
se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i suoi membri si
santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e nei disordini,
che impediscono l'irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa soffre e fa
penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i suoi
figli con il sangue di Cristo e il dono dello Spirito Santo” [Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 19]. (CCC 853)
Ma anche in questo nostro tempo sa bene la Chiesa “quanto distanti siano tra
loro il messaggio ch'essa reca e l'umana debolezza di coloro cui è affidato il
Vangelo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et
spes, 43]. Solo applicandosi incessantemente “alla penitenza e al
rinnovamento” [Id., Lumen gentium, 8;
15] e “camminando per l'angusta via della croce”, [Id., Ad gentes, 1] il popolo di Dio può estendere il regno di Cristo
[Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris
missio, 12-20]. Infatti, “come Cristo ha compiuto la sua opera di
Redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è
chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della
salvezza” [Lumen gentium, 8].