LUMEN GENTIUM 9 e commento CCC
Nuova alleanza e nuovo popolo
9e E finalmente,
ha per fine il regno di Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve
essere ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secoli sia da lui portato a
compimento, quando comparirà Cristo, vita nostra (cfr. Col 3,4) e « anche le
stesse creature saranno liberate dalla schiavitù della corruzione per
partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio » (Rm 8,21). Perciò il
popolo messianico, pur non comprendendo effettivamente l'universalità degli
uomini e apparendo talora come un piccolo gregge, costituisce tuttavia per
tutta l'umanità il germe più forte di unità, di speranza e di salvezza.
Costituito da Cristo per una comunione di vita, di carità e di verità, è pure
da lui assunto ad essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del
mondo e sale della terra (cfr. Mt 5,13-16), è inviato a tutto il mondo.
(CCC 781) “In ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio
chiunque lo teme e opera la sua giustizia. Tuttavia piacque a Dio di
santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra
loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse nella verità e
santamente lo servisse. Si scelse quindi per sé il popolo israelita, stabilì
con lui un'alleanza e lo formò progressivamente… Tutto questo però avvenne in
preparazione e in figura di quella Nuova e perfetta Alleanza che doveva
concludersi in Cristo […] cioè la Nuova Alleanza nel suo sangue, chiamando
gente dai Giudei e dalle nazioni, perché si fondesse in unità non secondo la
carne, ma nello Spirito” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 9].