LUMEN GENTIUM 11 e commento CCC
Il sacerdozio comune esercitato nei sacramenti
11f E infine i
coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale
significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre
tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32), si aiutano a vicenda per raggiungere la
santità nella vita coniugale; accettando ed educando la prole essi hanno così,
nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al
popolo di Dio [21]. Da questa missione, infatti, procede la famiglia, nella
quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia
dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano
attraverso i secoli il suo popolo. In questa che si potrebbe chiamare Chiesa
domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede
e secondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale.
Note
[21] 1 Cor
7,7: "Ciascuno ha il proprio dono (idion charisma) da Dio, chi in un modo,
chi in un altro". Cf. S. AGOSTINO, De Dono Persev., 14, 37: PL 45,
1015s.: "Non dono di Dio soltanto la continenza, ma anche la castit dei
coniugati".
(CCC 2204) “La famiglia cristiana offre una rivelazione e
una realizzazione specifica della comunione ecclesiale; anche per questo
motivo, può e deve essere chiamata "Chiesa
domestica"” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 21; Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11]. Essa è una comunità di fede, di speranza e di
carità; nella Chiesa riveste una singolare importanza come è evidente nel Nuovo
Testamento [Ef 5,21-6,4; Col 3,18-21; 1Pt 3,1-7].