LUMEN GENTIUM 11 e commento CCC



Il sacerdozio comune esercitato nei sacramenti

11c Quelli che si accostano al sacramento della penitenza, ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui; allo stesso tempo si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l'esempio e la preghiera.
(CCC 1303) Ne deriva che la Confermazione apporta una crescita e un approfondimento della grazia battesimale: - ci radica più profondamente nella filiazione divina grazie alla quale diciamo: “Abbà, Padre” (Rm 8,15 ); - ci unisce più saldamente a Cristo; - aumenta in noi i doni dello Spirito Santo; - rende più perfetto il nostro legame con la Chiesa; [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11] - ci accorda “una speciale forza dello Spirito Santo” per “diffondere e difendere con la parola e con l'azione la fede, come veri testimoni di Cristo”, per “confessare coraggiosamente il nome di Cristo” e per non vergognarsi mai della sua croce [Concilio di Firenze: DS 1319; Lumen gentium, 11; 12]: “Ricorda che hai ricevuto il sigillo spirituale, lo Spirito di sapienza e di intelletto, lo Spirito di consiglio e di fortezza, lo Spirito di conoscenza e di pietà, lo Spirito di timore di Dio, e conserva ciò che hai ricevuto. Dio Padre ti ha segnato, ti ha confermato Cristo Signore e ha posto nel tuo cuore quale pegno lo Spirito” [Sant'Ambrogio, De mysteriis, 7, 42: PL 16, 402-403]. (CCC 1324) L'Eucaristia è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11]. “Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua” [Id., Presbyterorum ordinis, 5]. (CCC 1422) “Quelli che si accostano al sacramento della Penitenza ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l'esempio e la preghiera” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11]. 

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