LUMEN GENTIUM 15 e commento CCC
I cristiani non cattolici e la Chiesa
15b A questo si
aggiunge la comunione di preghiere e di altri benefici spirituali; anzi, una
certa vera unione nello Spirito Santo, poiché anche in loro egli opera con la
sua virtù santificante per mezzo di doni e grazie e ha dato ad alcuni la forza
di giungere fino allo spargimento del sangue. Così lo Spirito suscita in tutti
i discepoli di Cristo desiderio e attività, affinché tutti, nel modo da Cristo
stabilito, pacificamente si uniscano in un solo gregge sotto un solo Pastore [31].
E per ottenere questo la madre Chiesa non cessa di pregare, sperare e operare,
esortando i figli a purificarsi e rinnovarsi perché l'immagine di Cristo
risplenda più chiara sul volto della Chiesa.
Note
[31] Cf. Istr. della S. S. C. del S. Uffizio, 20
dic. 1949: AAS 42 (1950), p. 142.
(CCC 838) “Con coloro che,
battezzati, sono sì insigniti del nome cristiano, ma non professano la fede
integrale o non conservano l'unità della comunione sotto il Successore di
Pietro, la Chiesa sa di essere per più ragioni unita” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 15]. “Quelli infatti che
credono in Cristo e hanno ricevuto debitamente il Battesimo sono costituiti in
una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica” [Id., Unitatis redintegratio, 3]. Con le Chiese ortodosse, questa
comunione è così pro fonda “che le manca ben poco per raggiungere la pienezza
che autorizzi una celebrazione comune della Eucaristia del Signore” [Paolo VI, Discorso nella Cappella Sistina nella
ricorrenza del decimo anniversario della mutua cancellazione delle scomuniche
fra le Chiese di Roma e di Costantinopoli (14 dicembre 1975); Unitatis redintegratio, 13-18]. (CCC 853)
Ma anche in questo nostro tempo sa bene la Chiesa “quanto distanti siano tra
loro il messaggio ch'essa reca e l'umana debolezza di coloro cui è affidato il
Vangelo” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et
spes, 43]. Solo applicandosi incessantemente “alla penitenza e al
rinnovamento” [Id., Lumen gentium, 8;
15] e “camminando per l'angusta via della croce”, [Id., Ad gentes, 1] il popolo di Dio può estendere il regno di Cristo
[Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris
missio, 12-20]. Infatti, “come Cristo ha compiuto la sua opera di
Redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è
chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della
salvezza” [Lumen gentium, 8].