LUMEN GENTIUM 21 e commento CCC
Sacramentalità dell'episcopato
21c Per compiere
cosi grandi uffici, gli apostoli sono stati arricchiti da Cristo con una
effusione speciale dello Spirito Santo disceso su loro (cfr. At 1,8; 2,4; Gv
20,22-23), ed essi stessi con la imposizione delle mani diedero questo dono
spirituale ai loro collaboratori (cfr. 1 Tm 4,14; 2 Tm 1,6-7), dono che è stato
trasmesso fino a noi nella consacrazione Episcopale [54].
Note
[54] Il CONC. DI
TRENTO, Sess. 23, cap. 3, cita le parole di 2Tm 1,6-7 per dimostrare che
l’Ordine è un vero sacramento: Dz 959 (1766) [Collantes 9.290].
(CCC 1557) Il Concilio Vaticano II insegna che “con la
consacrazione episcopale viene conferita la
pienezza del sacramento dell'Ordine, quella cioè che dalla consuetudine
liturgica della Chiesa e dalla voce dei santi Padri viene chiamata il sommo
sacerdozio, vertice ["summa"]
del sacro ministero” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen
gentium, 21]. (CCC 1558) “La consacrazione episcopale conferisce pure, con
l'ufficio di santificare, gli uffici di insegnare e di governare [...] Infatti
[...] con l'imposizione delle mani e con le parole della consacrazione la
grazia dello Spirito Santo viene conferita e viene impresso un sacro carattere,
in maniera che i Vescovi, in modo eminente e visibile, sostengono le parti
dello stesso Cristo Maestro, Pastore e Pontefice, e agiscono in sua persona
["in Eius persona agant"]” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 21]. “Perciò i Vescovi, per virtù dello Spirito
Santo, che loro è stato dato, sono divenuti i veri e autentici maestri della
fede, i pontefici e i pastori” [Id., Christus
Dominus, 2].