LUMEN GENTIUM 21 e commento CCC
Sacramentalità dell'episcopato
21d Il santo
Concilio insegna quindi che con la consacrazione episcopale viene conferita la
pienezza del sacramento dell'ordine, quella cioè che dalla consuetudine
liturgica della Chiesa e dalla voce dei santi Padri viene chiamata sommo
sacerdozio, realtà totale del sacro ministero [55]. La consacrazione episcopale
conferisce pure, con l'ufficio di santificare, gli uffici di insegnare e
governare; questi però, per loro natura, non possono essere esercitati se non
nella comunione gerarchica col capo e con le membra del collegio.
Note
[55] Nella Trad.
Apost. 3, ed. BOTTE, Sources Chr., pp. 27-30, al Vescovo viene
attribuito "il primato del sacerdozio". Cf. Sacramentarium
Leonianum, ed. C. MOHLBERG, Sacramentarium Veronense, Romae 1955, p.
119: "al ministero del sommo sacerdozio... Compi nei tuoi sacerdoti il
culmine del tuo mistero...". IDEM, Liber Sacramentorum Romanae
Ecclesiae, Romae 1960, pp. 121-122: "Conferisci loro, Signore, la
cattedra episcopale per reggere la tua Chiesa e tutto il popolo". Cf. PL
78, 224.
(CCC 1575) E' Cristo che ha scelto gli Apostoli e li ha resi partecipi della sua missione e della sua autorità. Innalzato alla destra del Padre, non abbandona il suo gregge, ma lo custodisce e lo protegge sempre per mezzo degli Apostoli e ancora lo conduce sotto la guida di quegli stessi Pastori che continuano oggi la sua opera [Prefazio degli Apostoli I, Messale Romano]. E' dunque Cristo che stabilisce alcuni come Apostoli, altri come Pastori [Ef 4,11]. Egli continua ad agire per mezzo dei Vescovi [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 21]. (CCC 1576) Poiché il sacramento dell'Ordine è il sacramento del ministero apostolico, spetta ai Vescovi in quanto successori degli Apostoli trasmettere “questo dono dello Spirito” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 21], “il seme apostolico” [Lumen gentium, 20]. I Vescovi validamente ordinati, che sono cioè nella linea della successione apostolica, conferiscono validamente i tre gradi del sacramento dell'Ordine [Innocenzo III: DS, 794; Concilio Lateranense IV: DS 802; CIC canone 1012; CCEO canoni 744. 747].